Report dalla prima edizione della Fiera internazionale del design autoprodotto
BARI. È in corso presso la Fiera campionaria del Levante, Padiglione Arredamento, la prima edizione della Fiera internazionale del design contemporaneo autoprodotto e da collezione. La manifestazione, aperta fino al 16 settembre, impegna oltre 500 mq e ospita mostre, convegni, talk, laboratori e performance, dedicando spazi e riflessioni anche a gallerie specializzate, scuole e botteghe artigiane di alto livello, riviste e portali dedicati, oltre che al pubblico occasionale.
Il progetto nasce dalla constatazione che il design contemporaneo da collezione si è fatto spazio nel mercato internazionale, ed è un settore in grande crescita. Il mercato delle tirature limitate e delle eccellenze – quello del collezionismo di produzione artigianale di alto livello – rappresenta anche lo sbocco ideale per l’attività artigianale locale. Otto le sezioni interessate: fashion / ceramic / jewel /social / botteghe / gallerie / scuole / riviste e portali.
Il curatore, Alfio Cangiani, alla domanda su come il design autoprodotto sia arrivato in Puglia, destando un interesse tale da ottenere spazi e collaborazione dall’ente Fiera, ha risposto con determinazione che «Il design, in particolare quello autoprodotto, non è “arrivato” in Puglia; era già qui, è cresciuto insieme ai designer, alle botteghe, alle aziende che condividevamo questo modo speciale di guardarsi attorno, in un rapporto osmotico col contemporaneo circostante». La collaborazione con la Nuova Fiera del Levante, iniziata per caso con il presidente Sandro Ambrosi e con Luigi Triggiani di Unioncamere Puglia, è stata innescata dall’intuizione che un territorio come quello pugliese, dove l’industrializzazione dal dopoguerra in poi non è stata così massiva come in altre regioni d’Italia, è profondamente innervato dagli umori e dai colori delle realtà artigiane. Sempre a detta di Cangiani, «Proprio per le caratteristiche di questo tipo di design, il panorama risulta frammentario e discontinuo, ma ricchissimo di fermenti, produzioni, figure progettuali intense e rappresentative. In sintesi: molta ceramica di ricerca, molte imprese sociali, molte aziende che spingono le tradizioni verso possibili e inediti futuri, collaborazioni tra progettisti, botteghe, Università e Istituti di ricerca, partecipazione via via più intensa a concorsi in ambito internazionale».
Molto ricco il programma delle attività (da segnalare i workshop “Designer sarà lei!”) e delle mostre con “Latta continua” (opere e progetti di Riccardo Dalisi), “Guerrieri d’amore” (arazzi contemporanei di Tarshito) e “Lampa Dame” (installazioni di Nicola Genco). “Il Gioiello fra ornamento e identità: nuovi scenari competitivi e nuovi materiali – Panorami internazionali”, chiude con Alba Cappellieri, direttrice del museo del gioiello di Vicenza, il ciclo dei convegni.
Tra i progetti in esposizione, si segnalano le sospensioni in ceramica, design Suhd Studio – Marina Leuzzi, forme leggere che nella loro essenzialità richiamano elementi e dettagli delle architetture meridionali, e un gruppo di contenitori prodotti da “Olle” di Maddalena Vitti, interessante ricerca su una famiglia di contenitori ceramici riuniti in una palette cromatica e in forme che ricordano alcuni lavori di Paola Navone. L’anello “Twist” di Michele Paparella, in oro rosa, peridoto e diamanti, si distingue infine nella categoria gioielli per le sue linee audaci e la rigorosa eleganza. Tutte le opere presentate dai designer verranno inserite in una piattaforma dedicata, che si occuperà di promuovere relazioni, opportunità di crescita e internazionalizzazione per autori e prodotti. In programma anche un incontro tra botteghe e autori allo scopo di avviare future relazioni e sinergie.
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Last modified: 12 Settembre 2018