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Emanuele PiccardoWritten by: Reviews

999 domande sull’abitare

999 domande sull’abitare

Una mostra interattiva alla Triennale di Milano (fino al 18 aprile) e sul web. Un progetto di Stefano Mirti e IdLab con l’obiettivo di mappare l’abitare contemporaneo

 

MILANO. «999 domande sull’abitare», una mostra interattiva alla Triennale di Milano e sul web. Il progetto nasce da Stefano Mirti e da IdLab con l’obiettivo di mappare, attraverso le domande, l’abitare contemporaneo. Si passa da domande generiche (Tu ce l’hai una casa? E tu con chi abiti? In che casa ti piacerebbe abitare?), a domande che delineano il comportamento degli abitanti (Hai dei libri in casa? La tua casa quanto dista dal lavoro? Quale stanza rappresenta il centro di casa tua?), fino a vere e proprie esigenze progettuali (Condominio o villetta? Le finestre chiuse o aperte? Com’è la tua casa del futuro?).

Le 999 domande sono accessibili dal sito progettato appositamente e in sintonia con i pensieri di Mirti che, fin dall’epoca di studio Cliostraat e del primo IdLab con Walter Aprile, ha sperimentato un doppio format: da una parte la rappresentazione fisica dell’idea progettuale con strutture temporanee, come accade in Triennale, con una serie di elementi tubolari a definire una serie di scaffali aperti ed incrementabili e dall’altra l’interazione con i visitatori dal vivo e attraverso il sito web, possono formulare altre domande sull’abitare; come se 999 non fossero sufficienti. Una modalità enciclopedica che tuttavia costringerà Mirti a una sintesi che raccolga le istanze da lui provocate nel pubblico live e da remoto.

Alla Triennale si assiste a diverse esperienze, dalla residenza di sei artisti che «indagando il rapporto tra la sfera dell’abitare individuale e il contesto urbano e il riverbero delle trasformazioni urbane all’interno degli spazi privati delimitati dalle proprie mura domestiche»nel caso di Base Milano, al lavoro degli studenti della Domus Academy “Share Eat”, sul rapporto tra la casa e il cibo, esito di una call for ideas. E ancora Abitare la biodiversità con Robonica+Peia Design che presentano una piccola serra in grado di coltivare un’ampia gamma di semi naturali, con un sistema di acqua, nutrimenti e condizioni climatiche controllate.

Invece la fotografia, che da sempre ha indagato l’abitare, ha due ruoli specifici. Nel progetto del MUFOCO (Museo di fotografia contemporanea) sono stati invitati sette fotografi under 35, selezionati con una call, a realizzare lavori sulla relazione tra abitare, spazi urbani e domestici. Il secondo progetto riguarda la serie di racconti fotografici delle comunità periferiche milanesi, esito dei workshop condotti dal fotografo Filippo Romano, che porteranno alla produzione di piccoli quaderni.

La mostra infonde una speranza nell’uso benefico della tecnologia, utopia già fallita negli anni sessanta con gruppi radicali come Archigram, Superstudio e 9999, ma a cui oggi non ci possiamo più sottrarre. In questa babele di esperimenti, non sempre convincenti, un particolare interesse lo suscitano progetti che operano un design utile ed etico. È il caso di Micro Factory di dotdotdot, uno studio di interaction design fondato a Milano nel 2004, che nel 2014 ha creato il fablab OpenDot. L’obiettivo è attivare progetti open source legati alla realizzazione di prototipi nei campi della salute e dell’educazione; come Unico, una serie di progetti appunto unici, realizzati con la Fondazione Together to go per bambini con disabilità affinché si possano risolvere le patologie attraverso un design specifico studiato caso per caso. Ma l’idea innovativa portata da Mirti non si ferma alle quasi mille domande, bensì alla strutturazione di un sito web concepito come un desktop di un computer, dove l’utente può aprire le cartelle condivise, farsi una mappa mentale dell’abitare o contribuire a disegnarla ponendo delle domande; il tutto con un linguaggio grafico e una modalità  che richiamano gli anni novanta del secolo scorso. Il catalogo della mostra non c’è. Sono stati rilasciati una serie di libretti con l’autopubblicazione su Amazon seguendo alcune delle linee tematiche espresse dalle domande: un modo sostenibile per stampare solo il necessario senza ulteriori sprechi.

999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo 

Palazzo della Triennale, Milano

12 gennaio – 2 aprile 2018

 

Autore

  • Emanuele Piccardo

    Architetto, critico di architettura, fotografo, dirige la webzine archphoto.it e la sua versione cartacea «archphoto2.0». Si è occupato di architettura radicale dal 2005 con libri e conferenze. Nel 2012 cura la mostra "Radical City" all'Archivio di Stato di Torino. Nel 2013, insieme ad Amit Wolf, vince il Grant della Graham Foundation per il progetto “Beyond Environment”. Nel 2015 vince la Autry Scholar Fellowship per la ricerca “Living the frontier” sulla frontiera storica americana. Nel 2017 è membro del comitato scientifico della mostra "Sottsass Oltre il design" allo CSAC di Parma. Nel 2019 cura la mostra "Paolo Soleri. From Torino to the desert", per celebrare il centenario dell'architetto torinese, nell'ambito di Torino Stratosferica-Utopian Hours. Dal 2015 studia l'opera di Giancarlo De Carlo, celebrata nel libro "Giancarlo De Carlo: l'architetto di Urbino"

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Last modified: 6 Marzo 2018