Accordo tra IUAV di Venezia e World Bank per la gestione, all’interno della futura Enciclopedia della Ricostruzione, della parte riguardante gli insediamenti umani in Medio Oriente
VENEZIA. Lo Iuav, già impegnato in una serie di interventi e studi su emergenze e temi della ricostruzione (si pensi allo spettacolo “Omaggio di Venezia a Palmyra”, nel luglio scorso, alle conferenze “Urbicide Syria, Yemen, Iraq, Palestine” e ai workshop estivi 2017 “Syria the Making of the Future”) avvia il progetto UrbicideHub, nato a dire il vero 18 mesi fa, che affronta, attraverso un centro studi indipendente e no-profit, il tema della ricostruzione in Medio Oriente.
L’iniziativa si avvale di un laboratorio di ricerca multidisciplinare, in collaborazione con Università degli Studi di Bologna, Università Bocconi di Milano e Roma La Sapienza, per stabilire strumenti tecnici e culturali fautori di un metodo per la ricostruzione, sia dell’ambiente materiale sia del patrimonio culturale immateriale. Si intende in maniera più ampia sviluppare una “solida comunità globale” che condivida interessi e impegno per la ricostruzione. Le conoscenze che ne deriveranno confluiranno in una Enciclopedia della Ricostruzione, secondo l’accordo formale tra l’ateneo e la World Bank presentato lo scorso 16 novembre. Non esistono siti specifici sperimentali per questo progetto; le esperienze saranno raccolte e immagazzinate dai ricercatori provenienti dalle regioni del Medio Oriente e Nord Africa (MENA region) che verranno a fare esperienza presso il contenitore dello Iuav, per poi farne tesoro e applicarle nei paesi che ne hanno necessità. La sfida che la World Bank lancia è quella di trovare strategie per attirare denaro in quei paesi, martoriati dalle guerre e distrutti: Siria, Libia, Iraq e Yemen.
L’apporto deve servire a migliorare le economie di queste aree, differenziandole, svincolandole dal petrolio e sensibilizzando i potenziali partner pubblici e privati all’utilità e alla bontà del progetto. Un dato per tutti è quello che riguarda la ricostruzione post bellica in Iraq: 140 miliardi di dollari fino al 2030 per aiutare il paese non solo a realizzare la sua ricostruzione, ma anche a raggiungere la sua capacità all’autonomia economica.
La World Bank punta su Iuav in quanto centro di eccellenza per realizzare un travaso di esperienze verso i citati paesi e punta sull’Italia come proprio partner storico per gli insegnamenti che può impartire. Una ricostruzione insomma tutta da costruire a partire dai documenti preparatori e dal training che Iuav produrrà. Deadline: fine 2019.
In copertina: il coordinatore del progetto” IUAV UrbicideHub” Benno Albrecht con Abdallah Dardari della World Bank e Nohad Haj Salih, direttore di I-Barbon nel chiostro dei Tolentini, sede storica dello Iuav, lo scorso 16 novembre (foto Laura Ceriolo)
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IUAV , Medio Oriente , territorio fragile , venezia
Last modified: 24 Novembre 2017