Visita all’intervento di riqualificazione di piazza Skanderbeg firmato dal gruppo belga 51N4E che riscrive la storia urbana della capitale dell’Albania
TIRANA. Nella frenetica costruzione della sua identità metropolitana, Tirana guarda al passato e ripropone la rivisitazione contemporanea di una “piazza nazionale”. Fulcro spaziale di una città storicamente monocentrica, piazza Skanderbeg ha mutato completamente aspetto, declinando i tratti caratteristici e simbolici di uno spazio rappresentativo tematizzato da edifici e istituzioni di pubblico interesse. La piazza sostiene, non senza difficoltà, il suo nuovo ruolo appoggiandosi ad una monumentalità essenziale: i 24.000 mq della sua superficie sono stati pavimentati da un mosaico di pietre naturali provenienti da tutte le terre di lingua albanese, compreso il Kosovo e la Macedonia. L’impatto complessivo è mitigato dalla presenza di aree verdi che si interpongono tra i vuoti lasciati dagli edifici, delimitando il perimetro della piazza.
L’intervento di riqualificazione realizza a distanza di anni il progetto del gruppo belga 51N4E, vincitore di un concorso internazionale nel 2008. Nelle sue linee essenziali il medesimo prevedeva l’introduzione di una nuova topografia urbana, un recinto quadrato sovrapposto all’asse direzionale strutturato: il viale progettato da Brasini nel 1925. Lungo i lati del perimetro, una pendenza costante del 3%, consente l’innalzamento del piano di calpestio a formare una “piramide”. L’integrità della piazza è garantita dalla ridefinizione della sua cornice attraverso la realizzazione di nuovi edifici e l’intermediazione di “anticamere verdi”, spazi di transizione tra il nuovo impianto e il tessuto edilizio.
Il progetto, in fase di costruzione, è stato interrotto e abbandonato nel 2011: con l’insediamento dell’amministrazione di Lulzim Basha la direttrice viaria ha prevalso sulla piazza, sostituita da una sproporzionata rotatoria verde. È ancora un cambio di rotta politico, imposto dal nuovo sindaco Erion Veliaj, a determinare il ritorno all’ipotesi iniziale.
Rispetto al progetto dei 51N4E, l’assetto realizzato rinuncia ai bordi edificati, attenua l’impatto altimetrico della “piramide” e riduce il ruolo dei giochi d’acqua. Richiusa su se stessa, la piazza instaura un rapporto privilegiato con le torri che ne punteggiano il perimetro la 4evergreen Tower (Archea Associati) e la TID Tower (51N4E), rivolgendosi piuttosto al masterplan di Architecture Studio (2004) che al piano vigente. Si pone, in definitiva, come un palinsesto, mediando tra le previsioni urbanistiche passate e future: conserva l’impianto a terra della pianificazione italiana, contraddicendone però il senso; sviluppa a distanza di anni gli indirizzi del masterplan del 2004; nega la continuità assiale dei boulevard ed il suo conseguente sviluppo imposto dal piano Grimshaw (2012). Si tratta di visioni urbane molto diverse, rispetto alle quali il progetto dei 51N4E sopravvive tra improbabili equilibrismi ed una volontà sincretica che non riesce a mascherare una naturale idiosincrasia – tipica della capitale albanese – tra il progetto architettonico e la pianificazione urbanistica. Come nel caso del nuovo stadio nazionale (Archea Associati), rispetto a TR 030 – il masterplan di Boeri Architetti – «il progetto dell’impianto è “cieco” nei confronti del nuovo piano».
Non solo viene interrotta la direttrice urbana dei blv. Zogu I / Dëshmorët e Kombit, la realizzazione del progetto dei 51N4E sembra dettare essa stessa – in contrasto con il piano – gli indirizzi della futura crescita urbana. Rispetto alla città policentrica ed ambientalista prefigurata da TR 030, piazza Skanderbeg ribadisce con forza una rinnovata centralità e una malcelata aspirazione ad un’ulteriore espansione del volume edificato, attraverso la realizzazione del recinto di torri pianificato fin dal 2004. Il “plani francez” prevedeva infatti 10 torri, alte oltre 85 mt, disposte su due file parallele ai lati della piazza.
La versione finale del progetto dei 51N4E non è stata resa pubblica, per cui permane uno stato d’incertezza anche sul destino dei suoi “margini costruiti”, compresa la torre-belvedere posta al termine del blv. Zogu I. Per molti si profila un autentico back to the future.
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Last modified: 1 Novembre 2017
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