103 eventi, 49 sedi satellite, 92 partner, 43 enti promotori, 28 studi di architettura aperti al pubblico per l’edizione 2017
TORINO. 103 eventi, 49 sedi satellite, 92 partner, 43 enti promotori, 28 studi di architettura aperti al pubblico: sono i numeri principali del Festival Architettura in Città di quest’anno che si tiene dal 25 al 27 maggio presso lo Spazio Q35 in via Quittengo. “La città come casa” è il titolo dell’iniziativa che sintetizza l’obiettivo prefissato dalla Fondazione per l’architettura e dall’Ordine degli Architetti di Torino: sensibilizzare i cittadini di ogni età sul tema della casa vista non come un bene di consumo ma come parte integrante della città. La kermesse organizzata in soli due mesi con un budget limitato, prevede un ricco carnet di mostre, incontri, dibattiti e tour guidati.
Le mostre all’interno dell’ex complesso industriale di via Quittengo 35, la nuova “Casa del festival” sono state allestite per la prima volta da due giovani curatori esterni: Nina Bassoli e Davide Tommaso Ferrando. La prima è una “stanza nella stanza” realizzata da Fosbury Architecture, le cui pareti sono composte da elementi abitativi di uso comune; la seconda è costituita da una raccolta d’immagini domestiche reali, reperite attraverso una call aperta, e proiettate su due grandi video; la terza è un montaggio di spezzoni di film, realizzato da Davide Rapp, che indagano le relazioni imprevedibili che si stabiliscono tra interno ed esterno (in copertina, un fotogramma di Play Time di Jacques Tati, 1967). Sempre nello Spazio Q35 sono esposte le foto delle opere vincitrici del concorso “Architetture rivelate”, gli elaborati finali del progetto di esplorazione e narrazione collettiva “Mirafiori in Millefogli”, e i dieci reportage vincitori del concorso internazionale MoMoWo International Photo Competition Reportage, che affrontano il tema della donna architetto. Proprio su quest’ultimo punto, ha prestato particolare attenzione il vicesindaco di Torino con delega all’urbanistica, nonché architetto, Guido Montanari che durante la conferenza stampa ha espresso la necessità di «dare un coté femminile agli architetti», ricordando altresì che «è necessario passare ai cittadini la consapevolezza che l’architettura è la vita di tutti noi». Montanari ha poi affermato di «voler condividere la revisione del PRG con l’Ordine degli Architetti e con i cittadini». Un grande progetto urbano che in piccola parte è stato delineato nel workshop 8×8 in cui 60 architetti si sono confrontati con le 8 circoscrizioni realizzando altrettanti progetti ad hoc.
Oltre alle tematiche progettuali e architettoniche, il Festival dedica un focus all’istruzione e all’edilizia scolastica. Per l’occasione è stato infatti risistemato il campo da basket della scuola Drovetti, insieme agli studenti, su progetto del collettivo Truly Design Studio. In tre incontri, il 25, il 26, e il 27 maggio alle ore 10.30, tre specialisti raccontano ai “giovani adulti”, cioè i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni che cosa sono rispettivamente la città, l’architettura e il design. E sempre agli studenti di una scuola, si dovrà ancora definire quale, saranno donati i 70 romanzi e saggi scientifici consultabili nella Library dello Spazio Q35.