Le maioliche di Gio Ponti per l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento alla Triennale di Milano
No, non è un errore. Nella canzone di Domenico Modugno si era felici di stare nel blu dipinto di blu ma nelle maioliche di Gio Ponti, ora in mostra alla Triennale di Milano, si contempla in estasi il blu dipinto dal bianco. Perchè è il blu che appare, ma è il bianco ad essere stupefacente per purezza – come ben sa chi si è misurato nella produzione di questi straordinari materiali. Ed è il bianco che esalta il blu e lo fa leggere nella sua profonda bellezza.
La serie completa di 27 disegni, eseguiti a mano, al tempo ed anche ora, su maioliche 20×20 cm, fu pensata da Ponti per l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento che, pagina fra le più belle della storia dell’architettura italiana, fu uno straordinario laboratorio di soluzioni che coinvolsero tutto l’edificio. La collaborazione con la Ceramica D’Agostino permise di declinare in tutte le cento camere, senza dimenticare la hall, la reception, il bar, il ristorante, i decori bianchi e blu in ceramica pensati attraverso una serie di combinazioni “matematiche e geometriche”. Il pensiero di Ponti è anche un memento di una grande verità che sta alla base di tutte le arti compositive: “Date a uno un quadrato di venti per venti e, benché nei secoli tutti si siano sbizzarriti con infiniti disegni, c’è sempre posto per un disegno nuovo, per un vostro disegno, non ci sarà mai l’ultimo disegno”.
La mostra è ricca delle ceramiche originali dell’epoca, dei disegni originali di Ponti, degli appunti di lavorazione, delle fotografie del laboratorio dell’azienda ove l’architetto lavorava a fianco degli artigiani e operai. Dopo 60 anni si assiste al miracolo della riproduzione fedele delle 27 maioliche, oltre inediti 5 decori più un altro, a questi riconducibile, non utilizzati per il Parco dei Principi, grazie all’opera dei maestri decoratori della Ceramica Francesco De Maio che ha rilevato, nel 1990, la ex Ceramica D’Agostino, oggi Antiche Fornaci D’Agostino. Di grande rilievo il catalogo – interventi di Aldo Colonetti, Gianni De Maio, Patrizia Famiglietti, Salvatore Licitra, Lisa Licitra Ponti, Fulvio Irace, Fabrizio Mautone – in cui spicca il dialogo con Gillo Dorfles, amico personale di Ponti e sodale soprattutto durante la direzione di “Domus”.
E se qualcuno avesse dei dubbi sull’uso del blu? Valgono le parole scritte da Le Corbusier “Au bleu s’attachent des sensations subjectives de douceur, de calme, de paysage-eau, mer ou ciel”. Buon blu a tutti.
Gio Ponti: L’Infinito Blu
A cura di Aldo Colonetti e Patrizia Famiglietti, con la collaborazione di Salvatore Licitra
Ha collaborato l’Archives Gio Ponti e lo CSAC, Università di Parma
10 febbraio – 5 marzo 2017
Quadreria, Triennale di Milano
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mostre , triennale milano
Last modified: 14 Febbraio 2017