Report (fugace e semiserio) dal Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno a Bolognafiere
Meteo
BOLOGNA. Premesso che girovagare due giorni interi tra gli stand della fiera è ben più faticoso che affrontare la scalata del Cervino (parola di alpinista), il clima che si respirava conversando con i principali operatori sembra volgere il barometro verso il sereno, o almeno verso il poco nuvoloso. Tutti cautamente ottimisti nei confronti del mercato (anche nostrano), e disposti a ragionare di possibili nuovi investimenti in vari ambiti. S’intravedono spiragli di luce in fondo al tunnel.
Dimensioni
Lastre ceramiche davvero per tutte le esigenze: grandi, grandissime (ormai non è più una novità) e… piccole (questa lo è di più).
Tornano infatti in auge i piccoli formati, a partire dal classico 30×30 ma anche mattonelle, cementine, liste. Non sarà che il grande formato presenta qualche problema di posa e produce giusto un po’ di sfridi?
Sul fronte arredobagno, ad esempio, per i lavabi la sfida si gioca invece sugli spessori minimi dei bordi, oppure sulla generosità delle superfici d’appoggio.
Imitazioni
Anche grazie alle tecnologie digitali, livelli di riproduzione pazzeschi, più veri del vero. Su tutti, anche per le quantità esibite, i marmi carraresi: Statuario e Calacatta, perfetti, come se piovesse. Talvolta, in momenti di calo di zuccheri, ti sembra di essere già arrivato al Marmomacc… Se proprio marmo dev’essere, allora dichiariamone la finzione: come nella coraggiosa rivisitazione pop di Massimo Iosa Ghini per Ricchetti. E poi, altre pietre e legni per tutti i gusti; più raffinati i cementi e alcune resine (finto grezzo radical chic, tipo loft, molto da architetti); più originali i metalli e soprattutto i tessuti, chè in certi stand ti viene da chiedere se i pavimenti li ripassano con il battitappeto.
Texture
Alla conquista della terza dimensione. Crescono infatti le soluzioni che lavorano sul rilievo, con effetti di particolare fascino tattile e ottico.
Ambientazioni
C’è grande voglia di domesticità, anche quando si parla di contract. Gli allestimenti sono sempre più curati, meno catalogo e più tematizzazione; talvolta si apprezzano veri e propri progetti d’interni. Più stimolante che non scrollare repertori d’immagini su Instagram.
Merceologia
Accanto alla sempre più nutrita e agguerrita pattuglia dei produttori di pavimenti in legno, si cominciano ad affacciare alcuni operatori del settore marmi e pietre: non si tratta solo di condividere le analisi di Bauman sulla società liquida ma di capire strategie di offerta integrata per l’ambito delle pavimentazioni e rivestimenti.
Grandi firme
Oltre ai mostri sacri (il blu di Gio Ponti per Ceramica Vietri e la palette di colori lecorbusieriani per Gigacer), si apprezzano numerose collaborazioni tra aziende e architetti o designer: l’elenco di nomi sarebbe davvero troppo lungo e coinvolge tutte le generazioni: da Francesco Librizzi ad Alessandro Mendini.
Pari opportunità
Infine, ci sia concessa una nota di costume (e società). Finalmente, negli stand si entra prevalentemente perché richiamati dai prodotti e dagli allestimenti, e non più perché cade l’occhio sul bancone alla reception. In netto calo, infatti, la presenza di hostess quali donne immagine neppure tenute a dare informazioni. Anche questo, un passo in avanti.
Gallery fotografica © Diletta Bracchini
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Last modified: 30 Settembre 2016
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