Visita a Chaplin’s World, il museo svizzero dedicato a Charlie Chaplin, con allestimenti di François Confino
CORSIER-SUR-VEVEY (SVIZZERA). Il museo di Charlie Chaplin, che ha aperto le porte il 16 aprile scorso, sorge proprio nel luogo dove l’attore e regista di origini londinesi (1889-1977) ha passato l’ultima parte della sua vita, esiliato in Svizzera, a partire dal 1952. L’idea per il museo, secondo quanto riportato dal sito web ufficiale, nasce dall’incontro tra l’architetto elvetico Philippe Meylan e il museografo canadese Yves Durand ed è il risultato di dieci anni di studi da parte di professionisti diversi (artisti, attori, architetti, ingegneri…) sotto la guida della Fondazione Charlie Chaplin. Il cantiere, iniziato nel 2013, ha visto la partecipazione ai lavori di più di duecento persone, tra impresari e maestranze.
Il complesso residenziale, che comprendeva in origine la casa padronale, il parco e alcune dépandance, è stato restaurato e ampliato dallo studio di architettura IttenBrechbül di Losanna. Attualmente, il sito si compone di un bar/ristorante (“The Tramp”), della biglietteria/boutique e del museo vero e proprio, costituito da tre elementi: la casa di Chaplin, la promenade nel parco e gli studios. Questi ultimi sono ospitati in un edificio di nuova costruzione su due piani (di cui uno interrato) che catapultano realmente il visitatore nell’universo cinematografico di Chaplin.
La residenza (le Manoir de Ban), risalente al 1840, è caratterizzata da un’architettura di stampo neoclassico. All’interno, il visitatore può toccare con mano la quotidianità della famiglia Chaplin, passando attraverso le stanze ammobiliate della zona giorno al piano terra (biblioteca, salone e sala da pranzo) e della zona notte al primo piano, dove si trovano anche alcune stanze con allestimenti dedicati a personaggi famosi – come Albert Einstein – che hanno incrociato il loro percorso con quello di Chaplin. Per la fedele ricostruzione delle stanze del Manoir, è stata di grande importanza la collaborazione della famiglia Chaplin.
Di fronte alla residenza si estende il parco, di quattro ettari, che il visitatore può esplorare attraverso la promenade, approfittando dello splendido panorama del lago Léman e delle montagne.
Gli studios si aprono con una sala-cinema dove viene proiettata una breve biografia di Chaplin. In seguito, la visita continua con le ricostruzioni di celeberrimi set cinematografici, come Tempi moderni e Luci della città. Qui il visitatore si lascia trasportare da un allestimento all’altro con curiosità e divertimento, mentre riconosce quelle scenografie che fanno parte dell’immaginario collettivo.
La museografia del Chaplin’s World è stata curata sotto la direzione artistica di François Confino, autore di numerosi allestimenti museali che puntano sulla spettacolarità. Caratteristica che si ritrova negli studios dove, al termine del cortometraggio biografico, con un riuscito gesto scenografico, lo schermo si alza e gli spettatori diventano protagonisti della scena, entrando realmente nella riproduzione del set del primo lungometraggio realizzato da Chaplin, Il monello (The Kid). Per quanto riguarda invece la residenza, l’allestimento si esplicita nella narrazione di una tranquilla vita familiare, intrecciata con una brillante carriera cinematografica. Il racconto viene condotto anche per mezzo filmati, proiettati su schermi abilmente inseriti nei diversi ambienti. Inoltre, per fornire informazioni supplementari, vengono sfruttate le pareti degli spazi distributivi. Al piano terra, le pareti del corridoio compendiano la filmografia di Chaplin e la genealogia della sua famiglia. La parete curva della scala a chiocciola è invece scandita da disegni di artisti vari che rappresentano Charlot, mentre la parete del corridoio al primo piano narra vicende della famiglia Chaplin attraverso una dettagliata esposizione fotografica.
Nel percorso, si è accompagnati dall’applicazione per smartphone ChaplinsWorldApp, scaricabile grazie alla rete Wi-Fi presente nella biglietteria. Ciò garantisce libertà di fruizione del museo da parte del visitatore, che può riascoltare i contenuti della guida anche dopo la visita.
Chi è François Confino
Architetto e scenografo svizzero, François Confino nasce nel 1945 a Ginevra. Formatosi al Politecnico di Zurigo, dopo la laurea trascorre alcuni anni a New York, dove insegna alla Columbia University. Nel 1977 cura la prima esposizione del Centre Pompidou a Parigi, dal titolo “Archéologie de la ville”. Decide quindi di stabilirsi in Francia e apre il suo studio a Lussan. Nel 1987 cura l’esposizione itinerante “Cités-Cinés” a Parigi, che segna un’importante svolta nell’arte della scenografia. Nel 1996 fonda insieme al figlio Raphaël la società Confino & Co, alla quale si devono numerosi progetti e realizzazioni, tra cui il Museo Toyota di Tokyo (1999), il Museo delle scienze di Suzhou, nei pressi di Shanghai (2005) e le nuove sale del Museo di Storia naturale di Los Angeles (2006). Confino ha lavorato anche in Italia, dove ha riallestito i musei nazionali del Cinema (1997) e dell’Automobile (2003) a Torino, oltre al Museo del vino a Barolo (2003).
Crediti
Sviluppo del progetto: Philippe Meylan, Yves Durand e Genii Capital, Fondazione del Museo Charlie Chaplin
Concezione: Philippe Meylan, Yves Durand
Impresa generale: HRS Real Estate SA
Progetto: IttenBrechbühl Sa, Losanna
Impianti: Amstein+Walthert SA, Losanna
Ingegneria: TBM Ingénieurs Sa, Vevey
Progettazione del paesaggio: In Situ SA, Montreux
Committenza scenografica: By Grévin-Compagnie des Alpes
Produzione dei personaggi: Atelier Grévin, Parigi
Scenografia, museografia: Atelier Confino
Audiovisivi, multimedia e illuminazione: Michel helson e Bernard Freymann, Culturetech; Serge Bromberg – Lobster Films
Grafica: Paula Mutel
Contenuti: Paul Duncan, Kate Guyonvarch, Yves Durand; Produzione audiovisiva
Realizzazione scenografica: Bodino Engeneering
Installazioni audiovisive e illuminazione: Inytium
Partner e istituzioni: Roy Export SA/Association Chaplin, Fondazione Cineteca di Bologna; Mk2, Museo dell’Eliseo, Cinemateca Svizzera, Fondazione del Museo Charlie Chaplin, Archivi di Montreaux
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allestimenti , musei
Last modified: 13 Maggio 2016