Aggiornamento dal cantiere di M9, il museo progettato da Sauerbruch Hutton nel centro di Mestre: completato il sistema geotermico, ora l’edificio cresce in altezza
MESTRE. Entra nel vivo il cantiere di M9, il polo di nuova concezione promosso dalla Fondazione di Venezia che vedrà la luce nel 2018 con l’obiettivo di contribuire alla rigenerazione urbana del territorio di Mestre. L’area oggetto d’intervento ricopre oltre 9.000 mq nel centro città ed è suddivisa in tre lotti: il polo museale con gli edifici tecnici annessi di nuova edificazione, l’isola digitale e l’area dedicata alle attività retail.
I lavori, sotto la direzione dello studio berlinese Sauerbruch Hutton, vincitore del concorso di architettura indetto dalla Fondazione di Venezia nel 2010, hanno visto la posa della prima pietra l’11 giugno 2014 e sono arrivati al completamento della prima fase. Nell’area prospicente via Brenta Vecchia e via Pascoli, ove sorgerà l’edificio policromo che ospiterà il corpo centrale dell’esposizione museale, è stato praticato uno scavo profondo circa 9 m dal piano di campagna, sostenuto da diaframmi in calcestruzzo contrastati da porzioni di solaio del piano terra integrate da un sistema di puntoni oleodinamici in carpenteria metallica. Lo scavo ha consentito di posizionare 60 sonde a 110 m di profondità per far sì che, attraverso l’uso della geotermia, il complesso possa essere indipendente sotto il profilo energetico e quindi ecosostenibile. Terminata questa operazione e realizzata la platea di fondazione, il Museo sta salendo in altezza e nell’estate dovrebbero vedersi i primi segni anche all’esterno del cantiere.
Procedono velocemente anche i lavori negli spazi dell’ex convento per la realizzazione dell’area che accoglierà attività retail di diverso tipo: i muri maestri sono stati rinforzati; le linee elettriche e meccaniche sono state collocate all’interno di cunicoli al piano terreno; è stata ultimata la vasca di laminazione al centro del chiostro; completato anche il recupero della copertura con il mantenimento delle capriate originarie, mentre sono in corso di posa i nuovi solai lignei.
Le diverse tipologie d’intervento presentano tuttavia un unico filo conduttore: la rigenerazione urbana perseguita attraverso una progettazione integrata al contesto. L’iconicità dell’edificio, la sua impronta ecosostenibile, i materiali utilizzati, l’efficienza gestionale, la compatibilità ambientale, le connessioni urbanistiche e la vicinanza ai servizi sono infatti tutti elementi che hanno caratterizzato il progetto di M9.
Tale approccio multidisciplinare – architettonico, sociale e ambientale – ha trasformato il progetto in un complesso d’interazioni con la città che si riflettono anche nel modo in cui è stato concepito il cantiere: dato il contesto abitativo circostante e la collocazione nel centro storico di Mestre, la committenza e l’impresa costruttrice hanno individuato soluzioni che minimizzassero l’impatto della realizzazione in termini di rumore e disagio alla cittadinanza. Ciò è stato reso possibile dalla soluzione costruttiva adottata, ovvero la realizzazione di una piattaforma a mezz’aria che consente di sfruttare la superficie interna del cantiere stesso: la piastra di supporto e collegamento fra i diversi edifici costituenti il complesso permette, attraverso la metodologia top down, di realizzare le opere dall’alto verso il basso previa realizzazione dei diaframmi perimetrali. Ciò implica un miglioramento dal punto di vista operativo e una consistente riduzione dei tempi di esecuzione. Tale soluzione permette inoltre d’isolare tutte le lavorazioni dei locali interrati, riducendo il rumore e le polveri derivanti dalle medesime e, non appena garantite le condizioni minime per operare l’elevazione, consentire al programma dei lavori di seguire i tempi previsti.
Il diario del cantiere nella gallery fotografica di Alessandra Chemollo
Come sarà M9: i render di Sauerbruch Hutton
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concorsi , M9 , musei , rigenerazione urbana
Last modified: 27 Aprile 2017
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