Seconda puntata della nostra inchiesta dopo il sisma del 2012. Il rapporto sulle pratiche edilizie e il loro iter di presentazione e approvazione
La Regione Emilia-Romagna ha pubblicato nel corso del 2015 un rapporto sull’evoluzione della ricostruzione. I dati presentati hanno la stessa suddivisione in categorie d’intervento seguita anche per l’immissione sul sito dell’ente delle pratiche edilizie e delle richieste di contributo: “Abitazioni e locali commerciali”, “Imprese”, “Opere pubbliche e beni culturali”.
In sintesi, per “Abitazioni e locali commerciali”, partendo da circa 27.000 persone e poco meno di 17.000 unità immobiliari coinvolte, per quasi 8.400 domande di contributo presentate, si è risposto con circa il 71% di ordinanze di concessione di finanziamento; in termini monetari, circa 1.400 milioni concessi, di cui il 54% già liquidati.
Per la categoria “Imprese”, a fronte di circa 3.400 domande di contributo presentate, il 45% scarso è stato concessionato; dei 917 milioni autorizzati, circa il 41% sono già stati rimborsati.
Infine, 876 sono le “Opere pubbliche e beni culturali” censiti, per una spesa prevista di circa 550 milioni. La porzione più consistente di fondi (321 milioni) toccherà ai beni culturali (rilevati in numero maggiore rispetto a opere pubbliche e a scuole e università).
Per caricare tutti i documenti richiesti per l’espletamento delle pratiche e delle richieste, sempre a seconda della categoria d’intervento, sono state predisposte piattaforme informatiche ad hoc.
Per quanto riguarda “Abitazioni e locali commerciali” si è adottato il Mude (Modello unico digitale dell’edilizia), piattaforma tecnologica in uso presso diversi comuni della Regione Piemonte, adattata alla situazione post-sisma. Lo scopo era quello di ricomporre il processo autorizzativo (in capo ai comuni) con quello catastale e fiscale (in capo all’Agenzia del territorio). Per ogni comune e per ogni tipologia di procedimento edilizio è stato predisposto dunque un modello unico informatico on-line (generalmente non scaricabile off-line per la compilazione in locale, salvo qualche eccezione), per la presentazione, da parte dei professionisti incaricati o dei soggetti aventi titolo, delle pratiche edilizie e delle richieste di contributo. I dati raccolti sul sito internet, in modo omogeneo fra i soggetti interessati all’istanza edilizia (utenti, professionisti), vengono messi a disposizione attraverso servizi d’interscambio ai vari uffici comunali ed enti terzi. In particolare, i professionisti accedono ad una scrivania virtuale, attraverso la quale selezionano il comune a cui inviare l’istanza edilizia e la tipologia di procedimento, effettuano la georeferenziazione dell’intervento, seguono la compilazione guidata e dinamica dell’istanza, la firmano digitalmente, allegando tutti i documenti necessari (in formato pdf.p7m) e infine la inviano al destinatario. Naturalmente è possibile completare l’iter inviando eventuali integrazioni richieste dall’amministrazione comunale, comunicando la fine dei lavori e richiedendo in ultimo le certificazioni di agibilità. Opere ammissibili, scadenze d’invio, dettagli sulla trasmissione dei progetti, nonché informazioni sui controlli (anche per le altre categorie di lavori finanziabili), sono contenuti nelle varie ordinanze emesse nel tempo dalla struttura commissariale alla cui testa si trova il presidente della Regione Emilia-Romagna.
Per le “Imprese” è invece stato predisposto un altro tipo di applicativo denominato Sfinge. Esso si compone di cinque sezioni che il beneficiario o un intermediario devono compilare: vanno inseriti i dettagli relativi ai tipi d’interventi per i quali si richiede il contributo (riparazione o demolizione di manufatti propri o altrui, fino alla delocalizzazione, riparazione o sostituzione di beni strumentali, perdita di prodotti e scorte), nonché naturalmente l’individuazione degli immobili colpiti. La scadenza di presentazione era il 31 dicembre 2015, ad eccezione delle imprese agricole per le quali la scadenza è stata il 30 giugno 2015.
Infine, per le “Opere pubbliche e beni culturali” è stata predisposta l’applicazione web F.EN.I.C.E., che permette a ciascun Rup di richiedere al commissario delegato i contributi assegnati per ogni intervento inserito nei Piani annuali di ricostruzione. I dati da immettere sono simili a quelli del Mude (pagamento delle fatture, documentazione di progetto dell’opera ed eventuali autorizzazioni conseguite), con in più il Qte (quadro tecnico economico). Periodicamente sono estratti elenchi di interventi che vengono sottoposti a controllo da parte della Struttura tecnica del commissario delegato e del Servizio geologico sismico e dei suoli regionale.
Nella foto di copertina: chiesa di Santa Maria ad Nives a Motta sulla Secchia (Comune di Cavezzo, Modena). Copyright ULTREYA. Foto di Giovanni Chiaramonte
Sul Giornale
Emilia, a che punto è la ricostruzione? (inchiesta a cura di Matteo Agnoletto, Luigi Bartolomei e Paola Bianco)
Sul web
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restauro , territorio fragile
Last modified: 21 Febbraio 2016
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