Report dall’appendice ufficiale dell’Expo dedicata al tema dell’acqua. L’unico padiglione collaterale costruito fuori dal recinto di Rho Pero (su progetto dell’onnipresente Michele De Lucchi) ha finora accolto meno di un decimo dei visitatori attesi
Doveva essere il forte catalizzatore d’attrattività a Nord-Est, intercettando turbe di visitatori lungo l’asse Milano-Venezia; una nuova frontiera commerciale ed espositiva, uno dei punti di forza del programma di attività di Milano 2015 secondo il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina.
Invece Aquae Venezia, 14.000 mq nati da uno schizzo di Michele de Lucchi e realizzati da F&M Ingegneria con un investimento di 20 milioni da parte di Condotte Immobiliare Spa, ufficialmente inaugurato il 3 maggio scorso, non ha rispettato le attese, tanto che la stampa locale non ha esitato a definirlo un vero e proprio flop a seguito anche delle proteste di espositori delusi dallo scarso ritorno d’immagine.
Costruito a poca di stanza dal Parco scientifico tecnologico Vega, Aquae chiuderà i battenti il 31 ottobre e sino alla fine agosto ha totalizzato 64.000 visitatori (tra entrate gratuite e paganti) contro i previsionali 800.000 secondo le aspettative di Expo Venice (la società che ne ha in gestione gli spazi e che ci riferisce il dato) nonostante una progressiva riduzione del ticket d’ingresso da 20 agli attuali 12 euro.
IL NOSTRO SOPRALLUOGO
La struttura a base ottagonale, la cui copertura è sostenuta da radi pilastri e ampie campate, esternamente è caratterizzata da un rivestimento in alluminio bianco. Nella parte inferiore si trova un terrazzamento sopraelevato il cui parapetto è prosecuzione della cortina lignea perimetrale che maschera il parcheggio costruito alla base.
Varcate le porte antipanico schermate di blu, un lungo corridoio specchiato con il soffitto riproducente la superficie acquea (forse il previsto tunnel simulante un viaggio nell’abisso?) conduce agli spazi espositivi. A catalizzare l’attenzione è il grande volume centrale: un ottagono facente da supporto a 12 schermi sui cui scorrono i video più svariati, tra cui quelli promozionali del litorale Veneto. Nella parte inferiore vi è inserita qualche teca contenente elementi e fauna acquatica, mentre al suo interno una breve proiezione immersiva mostra una discesa nelle profondità marine.
Subito dopo, a destare imbarazzante stupore sono i contenuti proposti lungo il percorso circolare strutturato in due anelli. Se nell’ampio spazio dedicato all’Italia Cina Pavilion gli acquerelli di artisti contemporanei dal Museo Nazionale di Pechino cercano di declinare l’elemento acqueo distribuendo persino sulla pavimentazione un rotolo di 17 metri raffigurante il corso del Fiume Azzurro, incedendo ci s’imbatte in una commistione di stand (istituzionali e non) di cui spesso sfuggono nesso e attinenza al tema e di cui è evidente l’aspetto commerciale. Tra gli exempla: la lavanda di Venzone (produzione artigianale dell’omonima cittadina friulana); un planetario (per intrattenere i più piccoli), una betoniera (ma a basso consumo d’acqua!), generatori fotovoltaici, cappe aspiranti, birra, pasta, caffè, grappe, carne di bovino, grana, cui si aggiungono Ministero dell’Ambiente, WWF, Unicef, Marina Militare, Regione Veneto, Veneto Banca, PuntoMose (ossia Consorzio Venezia Nuova sotto nuova veste grafica), Civita Tre Venezie, la stessa Condotte Spa (con il più ampio progetto Venice Waterfront di cui proprio il padiglione Aquae dovrebbe costituire la prima pietra), Save (la società dell’aeroporto Marco Polo a Tessera), Only Italia (piattaforma a supporto delle piccole e medie imprese per l’esportazione sui mercati esteri) e chi più ne ha, ne metta.
Nella generale commistione, una piccola rosa di partecipazioni si distingue, almeno, per una più chiara aderenza alla traccia originaria. Tra le segnalazioni:
-lo stand di Epson Meteo (content partner, offre anche un calendario di incontri e conferenze);
-lo stand della Regione Veneto (la Fipsas – Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee – vi ricostruisce un tipico casone della laguna. All’interno, il video di un pescatore lamenta la scomparsa di alcune specie ittiche mentre poco lontano, entro una vasca, uno storione vivo ci osserva con occhio poco entusiasta);
-il Consorzio Terme del Veneto (dietro un tendaggio, nell’oscura penombra, il visitatore è accolto da un’ampolla di damigiana, giochi di luce da doccia emozionale ma senza gli effluvi aromatici e ribollii non identificabili);
-Bibione 5 Aquae (vetrina promozionale dell’omonima località turistica con pavimento e supporto interattivi riproducente il chilometrico arenile, volo di gabbiani incluso). Una volta usciti resta tristemente l’impressione di un’operazione mal orchestrata e dal pesante debito contenutistico che presto dovrà affrontare, così come l’intero recinto di Expo 2015, il non facile interrogativo di un riutilizzo futuro. Expo Venice, che con Condotte ha stipulato un contratto di 12 anni per la gestione degli spazi, già a partire da quest’anno vi preannuncia fiere, mostre, concerti, eventi sportivi, congressi. D’altro canto, a un mese e mezzo dalla chiusura, il countdown è iniziato.
© Foto Michele Tardivo
Per approfondire
Sul web:
Sul Giornale:
Internazionale, urbana, iperrealista, rassicurante: questa è l’Expo di Milano
Expo: andando per padiglioni, lungo il Decumano
Expo 2015: il meglio e il peggio
Expo 2015: il grande salto del Brasile
Cominciamo da Zero ma con molta memoria
Spostiamo l’Expo 2015 a Lugano!
L’Expo 2015 dovrebbe guardare di più al Mediterraneo
About Author
Tag
expo 2015 , venezia
Last modified: 27 Ottobre 2015