II film «La grande bellezza», pluripremiato da critica e botteghino, suggerisce.
Non è di nostra proprietà, ma di tutti e tutti dobbiamo attivarci per poterne godere.
Tutti dobbiamo farci carico di conservarla, tutelarla e proteggerla per le generazioni future.
Soprattutto ora che religioni intolleranti mirano a imporsi distruggendo monumenti, statue, credi concorrenti e intere culture millenarie.
Chi elimina il passato mina il futuro.
Toglie la speranza ai giovani annullando gli esempi di eccellenza degli antenati.
Se lItalia ha il più grande patrimonio di Bellezze artistiche, archeologiche e paesaggistiche della terra, queste dovrebbero essere mantenute e salvaguardate per i posteri anche da parte di tutti gli altri Paesi di un mondo ormai globalizzato, che possano goderne. Lo stesso vale per una torre Eiffel, un Topkapi e gli oltre 1.000 siti e beni, identificati dallUnesco come Patrimonio naturale, culturale e immateriale dellUmanità.
Perché non coinvolgere, allora, direttamente, ogni Paese?
Una utopia?
Non credo.
Magari ci vorrà tempo, ma ci si arriverà.
Facciamo questa ipotesi.
Considerato che per stabilizzare, conservare e rendere godibile per i prossimi 50 anni (2 generazioni) per esempio, Pompei, fossero necessari (dico una cifra a caso), 100 miliardi di dollari (2 miliardi/anno), perché non fare una gara intenazionale fra i vari Paesi per aggiudicarsene la conservazione? Che potrebbero finanziarla, sotto la tutela e un preciso protocollo del nostro Ministero dei beni, delle attività culturali e turismo, per 50 anni?
Una volta che la Cina, per esempio, o la Russia, o la Germania vincesse la gara, i cinesi i russi o i tedeschi potrebbero per 50 anni visitare lItalia quando volessero, senza pagare tasse di soggiorno, IVA sugli acquisti e balzelli vari. Entrare gratuitamente nei musei e nelle città darte, e laddove lo stato, le regioni, le città metropolitane e i comuni operano o traggono utili (su treni, metropolitane, parcheggi etc.). Usufruendo soprattutto degli sconti, dei bonus, delle gratuità che migliaia di esercizi commerciali offrirebbero su quel particolare protocollo. Come succede a Roma durante i giubilei, le olimpiadi e gli eventi mondiali. Come a Milano durante lExpo 2015. Facilitazioni che hotel, cinema, teatri, ristoranti etc. offrirebbero ai visitatori che si facessero riconoscere come cittadini del Paese vincente.
Il bilancio, in termini di spesa, tra quanto ricaverebbero gli abitanti di una nazione aggiudicataria tra le tasse che dovrebbe sostenere il proprio Paese per vincere tale gara e, divenuti turisti, quanto dovrebbero spendere negli anni, per goderne, sarebbe di gran lunga positivo. Anche se solamente una parte della popolazione si trasforma in viaggiatori. Ma in cinquantanni, con laumento della ricchezza, il numero di turisti crescerebbe in modo esponenziale, facilitato anche dal fatto di averne già pagata una parte, in tasse. Balzelli spalmati su dieci lustri!
Impegnare 2 miliardi di dollari lanno per un miliardo e mezzo di cinesi, corrisponderebbe ad una tassa di poco più di 1 dollaro lanno ciascuno! Ogni turista cinese in una sola visita in Italia ne risparmierebbe cento volte tanto!
Cominciamo con Pompei che si sta sfarinando, poi proseguiremo con le altre nostre migliaia di bellezze. Persino il dissesto idrogeologico potrebbe essere quantizzato e messo in gara, offrendo ai turisti il nostro sole, il nostro mare, il nostro stile, il mangiare, il bere e il calore della nostra gente, a
condizioni di favore!
Un referendum tra la popolazione, sulle scelte e le gare a cui il Paese potesse partecipare ed impegnarsi per decenni, indicherebbe gli interessi culturali di ogni nazione
Usando, magari, la formula adottata a Ercolano unitamente alla Fondazione HP, che sponsorizza questa civiltà scomparsa. Il progetto di David W. Packard, figlio del fondatore del colosso statunitense dellinformatica HP (Hewlett Packard) per recuperare gli scavi di Ercolano, può rappresentare un esempio virtuoso in questo campo da estendere ad altre bellezze culturali del nostro Paese. Il mecenatismo della sua Fondazione, unito allilluminata autonomia della Soprintendenza di Napoli e Pompei, ha dato luogo a gruppi interdisciplinari di specialisti e imprese in prevalenza italiane. Giacimenti di un passato glorioso come Ercolano lasciati nel degrado, sono stati restituiti per la maggior parte alla godibilità di tutti, e vengono gestiti congiuntamente in modo esemplare.
Linternazionalizzazione delle bellezze universali potrebbe rappresentare un volano per conservare, tutelare e valorizzare il patrimonio monumentale, paesaggistico, artistico e storico nostro e di ogni altro Paese che ne possiede.
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