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Written by: Città e Territorio

Alvaro Siza a Gallarate!

Alvaro Siza a Gallarate!

GALLARATE (VARESE). Il nuovo anno porterà l’apertura di un cantiere dell’architetto portoghese, premio Pritzker nel 1992, per un edificio residenziale nel centro della città. Un intervento di dimensioni contenute (19 alloggi per circa 11.000 mc) ma che riveste più motivi d’interesse e curiosità.
Dopo l’esperienza veneziana all’isola della Giudecca (intervento di edilizia popolare per 32 alloggi, inaugurato nel 2009), l’architetto portoghese si cimenta in Italia con un altro intervento residenziale, settore nel quale ha firmato alcune delle pagine più straordinarie dell’architettura novecentesca europea, come l’avventura delle Brigate SAAL (Serviço de Apojo Ambulatorio Local), esattamente 40 anni fa, nel nord del Portogallo. Di quell’approccio il progetto per Gallarate reitera una ricerca di complessità urbana capace di scardinare l’impostazione dell’edificio isolato, sottolineando invece i rapporti con il contesto circostante attraverso relazioni fisiche e percettive, percorsi e direttrici. Il masterplan dispone un doppio corpo di fabbrica lungo la direttrice che collega la centrale piazza Garibaldi con via Roma: i due edifici diventano parte integrante della stratificata morfologia del tessuto urbano consolidato, con un impianto tipologico pensato per dare importanza agli spazi esterni, ai percorsi pubblici e privati, riproponendo il cortile e i vicoli del centro. Il tentativo (rafforzato dal fatto che uno dei livelli interrati ospita posti auto pubblici) non condiziona la qualità formale e compositiva degli edifici stessi, in cui tetto verde, rivestimento in lastre di travertino e una sequenza di profonde logge e balconi sviluppano un’architettura urbana e civile di estrema attualità.
Ma il progetto di Siza nella città varesina è l’esito, per certi versi inaspettato e paradossale, di una vicenda “italianissima” legato a negligenze, burocrazie e a un approccio spesso poco chiaro alle preesistenze storiche. Il luogo, infatti, oggi vuoto, era occupato dalla villa Calcaterra, un volume ottocentesco di non eccelsa qualità, non vincolato come monumento. L’area è stata oggetto di un Piano di recupero che prevedeva il mantenimento parziale dell’edificio, in sostanza la facciata. Nel corso del cantiere però, anno 2010, anche la facciata era stata demolita. Per motivi di ordine strutturale e di sicurezza, secondo gli operatori; per un atto di noncuranza verso le eredità storiche, secondo gli oppositori. Da qui una lunga sequela di atti e progetti sull’asse politica-magistratura.
Un vicolo cieco dal quale Gallarate cerca di uscire mettendo al nuovo complesso una firma prestigiosa. Il progetto, seguito anche da Roberto Cremascoli – architetto italiano ma portuense di adozione (con lo studio Cremascoli Okumura Rodrigues Arquitectos), con alle spalle un’intensa attività pubblicistica e curatoriale dedicata a Siza – ha ottenuto il Permesso di costruire a dicembre. A inizio 2015 verrà avviato il cantiere, da parte dell’impresa locale Bonicalzi Costruzioni, anche finanziatrice dell’operazione immobiliare.

Il masterplan dell'intervento

Il masterplan dell’intervento

Autore

  • Michele Roda

    Architetto e giornalista pubblicista. Nato nel 1978, vive e lavora tra Como e Milano (dove svolge attività didattica e di ricerca al Politecnico). Dal 2025 è direttore de ilgiornaledellarchitettura.com

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Last modified: 30 Giugno 2015