VIENNA. In occasione dellanniversario dei 150 anni dalla fondazione, dal 12 maggio il Museum für angewandte Kunst (MAK) ha riallestito una parte delle collezioni, cercando di mettere a fuoco la questione dellimpatto del disegno industriale sulla vita quotidiana e sul futuro della produzione industriale. Le nuove sale del MAK Design Lab realizzate da EOOS presentano con chiarezza la visione del nuovo direttore, Christoph Thun-Hohenstein: la definizione di un disegno industriale che concili il desiderio di benessere individuale con interessi sociali a lungo termine nel consumo e nella produzione (sostenibilità, coesione sociale). Lidea, che potrebbe sembrare soltanto la ricerca di una nuova sfera di intervento, viene sviluppata (ri-)aprendo con consapevolezza la discussione di punti centrali nella storia della disciplina, il senso dellornamento, il ruolo dellarte e la sua applicazione, le alternative nella produzione e nelle dinamiche di consumo, la presenza dei modelli storici (qui nello specifico Josef Hoffmann) e il loro ruolo per la creazione contemporanea. Nella concezione, in collaborazione con lInstitute for Design Research Vienna (IDRV), la molteplicità delle prospettive, la fragilità e discutibilità delle posizioni correnti, la fluidità dellallestimento che insiste sulla nozione di laboratorio in opposizione alle collezioni permanenti, costituiscono il punto di forza. La vicinanza delloggetto allosservatore, uno degli elementi principali dellallestimento, aggiunge la possibilità di una partecipazione attiva del pubblico. Insieme al forum, due workplaces richiedono espressamente lazione del visitatore; nellarea dedicata agli ornamenti i suggerimenti del pubblico dovrebbero portare a una continua rotazione on demand degli oggetti esposti. Sul sito del design lab (www.mak.at) sono invece scaricabili disegni di tessuti Biedermeier dalla collezione del museo, intesi come intercreative common property.
Che cosa succede se gli oggetti c’interrogano
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