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Diletta BracchiniWritten by: Professione e Formazione

In Danimarca è tutta un’altra musica

In Danimarca è tutta un’altra musica

AALBORG (DANIMARCA). Il 29 marzo, la regina Margrethe II ha presenziato all’apertura ufficiale della Casa della Musica. Progettata dalla studio viennese Coop Himmelb(l)au, vincitore del concorso nel 2003, si presenta come un centro culturale ed educativo di circa 20.257 mq, in costruzione da quasi quattro anni e parte di un più ampio masterplan firmato nel 2008 dallo studio stesso, con l’obiettivo di completare un sito dedicato alla cultura e affacciato sul fiordo.
Ma la storia di questo landmark culturale non è stata così semplice, basti pensare che l’idea iniziale dell’associazione Musikhusets Venner risale al 1968. Nonostante l’interesse della comunità imprenditoriale locale con finanziamenti provenienti da Spar Nord Fonden e Obel Family Foundation, nel 2006 il progetto entrò in standby in quanto i 57 milioni di corone danesi (circa 7,5 milioni di euro) stanziati non bastavano per l’intero progetto. L’iniziativa ripartì solamente grazie all’associazione Realdania, che assicurò i fondi necessari per la costruzione della tanto attesa Casa da Musica.
Musica, creatività e arte sono i temi d’ispirazione che hanno portato all’elaborazione di un concept basato sui temi di “sinergia e condivisione”. Un sistema aperto che permette scambi tra pubblico, artisti, studenti ed educatori riconoscendo allo stesso tempo l’indipendenza dei percorsi, con ambienti orientati verso la Piazza della cultura e il fiordo e attraverso piattaforme d’interscambio che collegano i diversi istituti ospitati all’interno.
“La musica è l’arte di trovare un accordo diretto tra le persone”, ha spiegato Wolf Prix, fondatore e amministratore delegato di Coop Himmelb(l)au. “Come il corpo degli strumenti musicali, questa architettura funge da corpo di risonanza per la creatività della Casa della Musica”.
Un volume compatto a forma di U, che ospita le strutture educative dell’Accademia della musica e il Dipartimento di musica and musica terapia dell’Università di Aalborg, avvolge la sala da musica sinfonica situata al centro. Il foyer si apre a nord, protendendosi verso l’acqua e verso la piazza con ingressi formati da una combinazione di elementi architettonici distinti: il ristorante a cono e un tetto fluido avvolgente, progettati per favorire il flusso dei visitatori attraverso il foyer, il quale diventa uno spazio di socializzazione verticale ritmato da una scala in muratura che consente di accedere ai diversi livelli della Concert Hall e che conduce alla Classical and Rhythmic Hall e alla Intimate Hall situate al di sotto del foyer. Sia all’interno che all’esterno, l’edificio è contraddistinto da finestre di varie forme, cerchi perfetti o forme rettangolari che incorniciano sia la città al di fuori che la sala principale interna, la quale ospita 1.300 sedute e nonostante si presenti dal foyer come un volume scatolare, all’interno declina invece un linguaggio dalle geometrie curvilinee e dalle fluenze spaziali. Progettato con un equilibrio ottimale di acustica (consulenza dello studio Arup), è costruito, a livello del suolo, come una struttura completamente separata da quella a forma di U che lo circonda e si collocherà tra le migliori aule per musica sinfonica in Europa con un punteggio di riduzione del rumore di NR10.

Autore

  • Diletta Bracchini

    Nasce e vive a Faenza, si laurea presso il Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater Studiorum di Bologna nel 2014 e nello stesso anno consegue l’abilitazione alla professione. Giovane architetto, collabora con studi di architettura e con Wolters Kluwer Italia in qualità di autrice per contributi vari sui portali del network Teknoring.

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Last modified: 7 Luglio 2015