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Written by: Professione e Formazione

C’è un filosofo che pensa a far vivere bene la gente comune (e si preoccupa degli atei)

londra. Nel 1982 Werner Herzog raccontava l’epica avventura di Fitzcarraldo/Klaus Kinski per scavallare le montagne peruviane con un battello a vapore. «Living Architecture» sospende oggi una barca sul tetto della Queen Elizabeth Hall nel Southbank Centre. Creatura di Alain de Botton, classe 1969, scrittore di saggi di successo, l’associazione no profit si dedica a realizzare case di vacanza firmate da architetti di grido, lungo le coste della Gran Bretagna. Nell’intenzione del profeta della «filosofia del quotidiano» si vuole dare l’opportunità alla gente comune di esperire la qualità di vita dettata dalle scelte di famosi progettisti.
Nato in Svizzera, De Botton è cresciuto in Inghilterra, dove ha compiuto studi in filosofia a Cambridge e al King’s College di Londra. Tra le sue pubblicazioni anche un’Architettura della felicità che esplora gli effetti dell’ambiente costruito sul benessere di chi lo abita. Il progetto «Living Architecture» ne è diretta emanazione, inserendosi nella tendenza iniziata dai design-hotel, progettati per noti marchi da firme del calibro di Jean Nouvel, Philippe Starck e Andre Putmann. L’impresa, ampiamente commerciale e sostenuta dalla fama del personaggio, si propone di far percepire alle persone «che cosa si prova a vivere, mangiare e dormire in uno spazio progettato da un architetto di fama mondiale», sopperendo alla carenza di spazi residenziali contemporanei fruibili dal grande pubblico. I prezzi? A partire da 20 sterline a notte per persona, da prenotare sul sito www.living-architecture.co.uk. Il mecenatismo di De Botton si rivela fruttifero: uno degli interventi, il «Balancing Barn» degli olandesi Mvrdv, ha vinto diversi premi, tra cui il Riba Award 2011 e il Red Dot Design Award. L’edificio aggetta dal fianco di una collina del Suffolk per metà dei suoi 30 m di lunghezza. Totalmente rivestito in acciaio inossidabile a specchio, ha finestre ovunque (anche nel pavimento) per godere della vista mozzafiato. E ancora, la «Shingle House» dello studio Nord di Glasgow (Riba Award 2011) è un esempio raro nell’architettura contemporanea britannica: un edificio sofisticato ma sensibile al contesto e al rapporto con il vernacolo locale. Gli altri progettisti selezionati dal 2009 sono stati Michael & Patty Hopkins, Jarmund/Vigsnæs Architects e David Kohn Architects (che con l’artista Fiona Banner ha realizzato la «Room for London», ultimata di recente).
L’ultimo ad accettare la sfida è stato Peter Zumthor, che ha presentato la sua «Secular Retreat», un edificio ispirato agli antichi monasteri, oasi di pace e lavoro manuale. Il modello, presentato nel 2011, mostra un ammasso di cemento rozzamente scolpito sulla cima di una collina. Un’abitazione solo all’apparenza primitiva, che per ammissione dello stesso Zumthor rappresenterà una sfida nell’accoppiata con i sistemi tecnologici avanzati del progetto.
Anche dal punto di vista commerciale il successo dell’operazione è evidente, soprattutto nel caso di Londra, in cui i primi (e per ora unici) 6 mesi di affitto sono andati venduti in 12 minuti (concessa una sola notte per prenotazione). La «Room for London» è piccola e temporanea (resterà fino alle Olimpiadi) e non è intesa come modello per il futuro sviluppo di riva destra del Tamigi. Pochi fortunati dormiranno nella stanza d’hotel modellata sulla barca «Roi des Belges» con cui il protagonista di Cuore di tenebra di Joseph Conrad si avventura in Congo.
Intanto, De Botton ha già voltato pagina e si sta dedicando alla sua prossima provocazione: un tempio per gli atei, una torre alta 46 m nel cuore della City londinese, per celebrare 300 milioni di anni di vita sulla terra. Il progetto, a firma di Tom Greenhall, mostra una torre senza aperture, ricoperta dall’incisione del codice binario del genoma umano. La costruzione, dal costo di un milione di sterline (di cui avrebbe già raccolto la metà da alcuni finanziatori anonimi), dovrebbe iniziare a fine 2013. L’operazione è stata accolta con notevole scetticismo, sia dalla stampa che dagli umanisti. De Botton ritiene invece fondamentale che, come i religiosi traggono ispirazione e sollievo spirituale dall’architettura dei luoghi di culto, anche i non credenti abbiano un luogo in cui essere circonfusi di bellezza artistica e possano ritornare ai veri valori.

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Last modified: 9 Luglio 2015