Montpellier (Francia). Poche settimane fa, il giornalista Seth Sherwood, nelle pagine viaggio del «New York Times», includeva Montpellier tra i 45 posti nel mondo da visitare nel 2012: una forma di riconoscimento internazionale che viene a confermare 30 anni di grandi imprese urbanistiche e architettoniche per una città media, il cui sogno è sempre stato di diventare una specie di Barcellona (o Valencia al limite) alla francese. Sotto la guida del suo sindaco socialista Georges Frêche e del suo assessore alla urbanistica Raymond Dugrand, Montpellier, una delle città francesi con la crescita demografica più forte sin dagli anni sessanta (è passata da 95.000 abitanti a più di 250.000 o addirittura 400.000 con le sue periferie), ha cercato, usando gli strumenti di pianificazione alla francese quali il Pos (Piano di occupazione dei suoli) e la Zac (Zona di urbanizzazione negoziata, con le quali i comuni possono costituirsi grandi riserve fondiarie) di orientare lo sviluppo urbano verso il mare, e non più a macchia dolio verso lentroterra. Simboli di questa prima stagione, dal 1977 al 2001, rimangono il quartiere Antigone, dellarchitetto catalano Ricardo Bofill, e la pedonalizzazione del centro medievale. Montpellier è anche stata una delle prime città francesi a valersi della costruzione di nuove linee del tram come strumento di urbanizzazione, di rinnovo urbano e di upgrade paesaggistico.
Una nuova fase è cominciata circa dieci anni fa e prosegue tuttora, malgrado il ritiro, nel contesto di vari scandali, e poi la morte, di Frêche. La nuova sindachessa Hélène Mandroux, sempre del partito socialista, ha confermato lo spirito delle scelte precedenti: la città deve crescere verso il mare, lungo il fiume Lez, il cui corso è stato canalizzato. Stessi strumenti: Zac (i terreni vengono comprati dal Comune e poi affidati a imprenditori edilizi, nellambito di un piano dinsieme) e tram, le cui nuove vetture sono state arredate da Christian Lacroix.
A partire dal 2005, con il nuovo obiettivo dello sviluppo sostenibile, sono state lanciate altre grandi operazioni, nellambito di un Plu (Piano locale urbanistico) e di uno Scot (Schema di coerenza territoriale): per lesistente, in partenariato con lo Stato, la Regione (rifugio politico di Frêche nei suoi ultimi anni) e la Caisse des dépôts, un piano di rinnovo urbano per le banlieues (quartiere della Mosson) e loperazione «GrandCoeur», promossa come modello di simbiosi tra politiche sociali e interventi sulla forma urbana. Ma quel che richiama di più lattenzione sono le 16 nuove Zac, la cui articolazione paesaggistica è stata progettata da Michel Desvigne (a cui è anche stata affidata la realizzazione di un parco di 7 ettari) e Christine Dalnoky e che, nellorizzonte di trentanni, dovrebbero orientare la crescita della città. Tra esse, la principale per ora è quella di Port-Marianne, lungo il Lez (le cui sponde sono state ridisegnate da Pierre Tourre), affidata ad Architecture Studio e comprendente un centro darte contemporanea, 900 alloggi nella prima fase e 34.000 mq di uffici. Attorno alla stazione di Saint-Roch (da ristrutturare sotto la guida di Jean-Marie Duthilleuil), unaltra Zac, affidata a Paul Chemetov ed Emmanuel Nebout, prevede 1.500 alloggi e altri 30.000 mq di uffici. Quella della Restanque prevede, su 30 anni, 7.000 alloggi su 140 ettari. I nuovi viali (Raymond Dugrand e Nina Simone) che collegano il centro con le nuove Zac, sono stati disegnati da Architecture Studio. Questo piano fa anche spazio a grandi firme per la costruzione di alcuni edifici pubblici: Jean Nouvel ha appena consegnato la nuova sede municipale (vedi box) e Zaha Hadid sta costruendo a Pierres-Vives un edificio misto, che raggruppa larchivio provinciale, una biblioteca e attività sportive. Anche se questi piani ambiziosi non sono mai riusciti a frenare veramente lo sprawl urbano nelle colline dellentroterra, e se hanno dato vita a forme urbane a volte infelici, Montpellier rappresenta sicuramente lesempio in Francia di una città che usa tutti gli strumenti a disposizione per pensare il proprio futuro. Già nel 2015, le varie Zac dovrebbero offrire 20.000 nuovi alloggi, di cui 5.000 sotto il regime delle case popolari. I primi abitanti sono già installati nei quartieri di Malbosc e Jacques-Cur.
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