Vienna. È uno dei luoghi più visitati dagli architetti di tutto il mondo ed è lunica reliquia architettonica austriaca nella lista dei complessi in pericolo del World Monuments Fund. Nonostante levidente stato di degrado in cui versa, la Werkbundsiedlung nel 13° distretto, 70 case unifamiliari progettate da 32 rinomati architetti, è ancor oggi un esempio della Vienna Rossa, con il suo gigantesco sviluppo delledilizia popolare tra 1919 e 1934.
Quello guidato da Josef Frank tra 1929 e 1932 fu un progetto che ebbe tuttavia assai meno successo degli höfe, Karl-Marx-Hof in testa: nel primo anno il nuovo quartiere attirò infatti solo 14 acquirenti e molte casette rimasero a lungo disabitate, tanto che la Municipalità finì con lacquistarne 48. I prezzi (tra i 55 e i 127.000 euro aggiornati ai valori odierni) erano fuori dalla portata di una piccola borghesia segnata dalla grande crisi mondiale, mentre i requisiti fissati per rendere unitario lagglomerato costruito su un terreno notoriamente umido produssero unarchitettura in stridente contrasto con le ville tardo-asburgiche della zona a sud-ovest della capitale. Le unità abitative, di dimensioni variabili da 2 a 5 stanze, dovevano essere costruite in mattoni, disporre di tetti piani, di scantinato e giardino, ed essere arredate.
Il complesso si sviluppò su un lotto triangolare compreso tra Veitingergasse, Jagdschloßgasse e Jagicgasse, e fu disegnato dagli architetti del Werkbund, lassociazione austriaca di progettisti, fabbricanti e artigiani fondata nel 1912 con lintento di promuovere la tutela della qualità artigianale nella produzione industriale. Fra di essi: Josef Hoffmann, Adolf Loos, Margarete Schütte-Lihotzky, Clemens Holzmeister, Oskar Strnad, Ernst Plischke; dalla Francia vennero André Lurçat e Gabriel Guevrekian, dallOlanda Gerrit Rietveld, dalla Germania Hugo Häring, mentre dallAmerica tornarono Richard Neutra e Arthur Grunberger.
Dopo un primo restauro nel 1938, in un momento storico drammatico che vide scemare repentinamente linteresse per unarchitettura agli antipodi rispetto ideali nazioalsocialisti, tra il 1982 e il 1985 un secondo intervento, a cura dellarchitetto Adolf Krischanitz, cercò di riparare i danni maggiori causati dallumidità. Ma nonostante il complesso sia sotto tutela, solo nel 2011 la Municipalità ha deciso di avviare un restauro approfondito delle unità in proprio possesso, con lavori per 5 anni e costi per 10 milioni. In occasione dei lavori di risanamento, la sezione austriaca del Docomomo ha chiesto alla Municipalità anche la creazione di un museo sulla Werkbundsiedlung in una delle case centrali del quartiere. Al momento però solo due vetrine ricavate in ununità progettata da Frank informano in estrema sintesi sul progetto e i suoi sviluppi.
Articoli recenti
- Aperto, urbano, sobrio. Il Grande Maxxi si prepara al cantiere 1 Ottobre 2025
- Ri_visitati. Rezé, il Le Corbusier rimosso 30 Settembre 2025
- Al di là del muro: nuove narrazioni architettoniche sul confine 30 Settembre 2025
- Intelligenza e democrazia in architettura: il progetto come bene comune 29 Settembre 2025
- L’Italia senza casa 27 Settembre 2025
- Nicholas Grimshaw (1939-2025) 27 Settembre 2025
- L’evoluzione della sicurezza domestica: dalle serrature di base agli ecosistemi intelligenti 26 Settembre 2025
- BiSP 2025: Insieme, concetti per lo spazio pubblico 24 Settembre 2025
- BiSP 2025: università che insegnano con lo spazio 24 Settembre 2025
- BiSP 2025: transizione ecologica e vivibilità 24 Settembre 2025
- BiSP 2025: la prossimità che arricchisce 24 Settembre 2025
- E se ogni città diventasse una National Park City? 23 Settembre 2025
- Le forme di Raffaello Galiotto sull’Axis Mundi 23 Settembre 2025
- Cersaie, sempre più costruzione di pensiero 19 Settembre 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. a The Architectural Post, editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A., oggi Società Editrice Allemandi a r.l.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata