Bruxelles. Kees Christiaanse dello studio Kcap (Rotterdam) ha reso note in giugno le linee direttrici del suo masterplan per Heysel. È dal 1958, anno dellEsposizione universale e della costruzione del suo emblema, lAtomium, che il quartiere rimane ai margini della progettazione urbanistica. Frammentario e incoerente, consumato da circenses e parchi dattrazione che sviliscono il già distratto flusso turistico verso lAtomium, e dal corollario delle distese a parcheggio, il sito sembra dimenticare il suo ruolo alto nella geografia di Bruxelles: facilmente accessibile dallautostrada e con modifiche leggere della rete tramviaria, in posizione cruciale, sede di due delle cinque esposizioni internazionali celebrate in Belgio, Heysel ospita ancora Brussels Expo nel palazzo déco costruito per quella del 1935, ed è potenzialmente uno dei polmoni della capitale.
Il suo ruolo strategico è riconosciuto da un Plan de développement international (Pdi) e da un programma (Neo), perseguito attraverso un concorso bandito nel maggio 2009 e aggiudicato nel settembre 2010 a Kcap per il rigore metodologico e la flessibilità della proposta. I due enti pubblici (Regione di Bruxelles capitale e Comune di Bruxelles) si accolleranno le infrastrutture, lasciando lattuazione del programma a finanziatori privati, probabilmente internazionali, vista la portata degli investimenti (900 milioni).
Kcap ha accorpato le funzioni in due blocchi ai lati dellAtomium (la zona interessata dal concorso, 67 ettari), uno dei quali avrebbe per nucleo il tristemente noto stadio, dal destino ancora incerto. Un centro congressi di almeno 3.500 posti, supportato da nuove strutture alberghiere (500 camere), una sala da 15.000 posti per attività culturali e sportive, un congruo numero di residenze (750), 60-70.000 mq di commerci, 9.000 di ristorazione, un nuovo palazzo delle esposizioni di supporto a quello già esistente: il tutto in unarea destinata a parco attrezzato che si raccorderebbe a quello di Osseghem e quindi al parco reale di Laeken, con parcheggi sotterranei e soluzioni di accessibilità migliorate.
Un mondo ideale di sviluppo sostenibile finanziato da privati. Unica zona dombra, evidenziata dalla stampa locale, è un intervento progettato a pochi chilometri di distanza, amministrativamente indipendente da Neo perché sotto la giurisdizione dalla regione fiamminga: si tratta di Uplace, che ne duplicherebbe le destinazioni commerciali e alberghiere.
Per legittimare culturalmente Neo è previsto un museo che incontra le ambizioni di Michel Draguet (direttore dei Musée Royaux des Beaux-arts) e di un gruppo politico (Alain Courtois, Philippe Close e Philippe Mettens) che proprio a fine luglio ha reso nota lintenzione di dotare Bruxelles di un grande polo di arte moderna, «un Guggenheim da realizzare con fondi privati». Niente è ancora deciso, tuttavia, per la localizzazione effettiva.
Il cosiddetto puzzle bianco di Kcap fornisce tra le righe indicazioni riguardo alla sua messa in opera: «Larchitettura rifletterà lottimismo delle esposizioni universali e la loro apertura verso il futuro».
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