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Written by: Inchieste

Come e dove cambia: alla Bolognina la Trilogia Navile

A nord-ovest dei nuovi uffici comunali di Mario Cucinella Architects, l’area dell’ex Mercato ortofrutticolo (30 ettari a ridosso della stazione) è teatro di grandi trasformazioni urbane, anche grazie a un laboratorio di progettazione partecipata (2007). A questo ha fatto seguito il piano urbanistico d’iniziativa pubblica firmato Tasca Studio (Federico Scagliarini e Cristina Tartari), un’area di 286.460 mq di superficie lorda, di cui 111.662 mq da edificare: circa 1.200 alloggi in 12 torri, attività commerciali e terziarie, grande parco centrale e servizi pubblici, tra cui una scuola, un poliambulatorio, una palestra, l’Urp e l’anagrafe di quartiere, un nuovo centro sociale e culturale; previsto anche l’interramento di via Gobetti. I lavori, avviati per 30 milioni, procedono a rilento per la difficoltà di vendita degli alloggi il cui costo si aggira sui 4-5.000 euro/mq. Tra gli interventi privati, va ricordato il concorso bandito dall’impresa Valdadige (che ha acquisito l’area da Carisbo) e vinto da Cino Zucchi Architetti (Navile1 e Navile2; disegno a sinistra) e Jaspert Steffens Watrin Drehsen (Navile3). Ha così avuto inizio il programma di trasformazione «Trilogia Navile» che ha nel nome stesso la sua identità: tre grandi complessi per tre destinazioni d’uso, abitazioni, uffici, negozi. Il progetto di Zucchi, redatto secondo standard CasaClima (contenimento delle emissioni inquinanti, uso di fonti rinnovabili, risparmio energetico) prevede l’alternarsi di edifici alti e bassi che, nel tentativo di richiamare la città compatta a sud, provano a misurarsi con il paesaggio del parco a nord. Il richiamo alla variabilità della città consolidata è anche nell’uso dei materiali: campiture in mattoni di diverse tonalità, tettoie e pannelli grigi, azzurri, fotovoltaici, parapetti in vetro e acciaio. Ma l’altalena volumetrica degli edifici e le tessere d’involucro (elementi discreti riassemblati in una trama mutevole) si oppongono alle ipotesi di continuità con il tessuto urbano e con il paesaggio materiale della città antica e della Bolognina storica. Più a est, il nuovo Palazzo della Provincia dovrebbe essere ultimato nel 2015. Il condizionale resta d’obbligo, considerando il dibattito sul futuro dell’opera e dell’istituzione. È infatti giunto tra le polemiche il via libera dell’amministrazione al primo stanziamento per la progettazione e, anche se con la nuova sede potranno essere liberati gli attuali uffici dispersi in varie localizzazioni (risparmio di 1,6 milioni l’anno), la stima dei costi di realizzazione (circa 31 milioni) lascia perplessi. Incertezze alimentate anche dalla qualità architettonica e ambientale della prima ipotesi di progetto (affidato a Finanziaria Metropolitana), sia per una collocazione quasi interclusa (il complesso è incastrato tra via Bigari, l’area dell’Istituto salesiano a sud e la fascia ferroviaria), sia per la risoluzione volumetrica finora ipotizzata (una giustapposizione di massicci parallelepipedi di cinque piani e 5.700 mq di uffici, 300 mq di ristorazione, oltre al Museo dei trasporti; disegno a destra).

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Last modified: 10 Luglio 2015