I 200 anni dellUniversità di Oslo sono raccontati in una mostra al Museo nazionale dove, nella nuova ala progettata da Sverre Fehn e completata nel 2008, i visitatori possono passeggiare sulla foto aerea di Oslo in scala 1:400 (foto in basso) e sostare di fronte alle sedi dellateneo che emergono a mo di totem sotto forma di modello. In tal modo, si coglie limpatto dellateneo sulla struttura urbana della capitale. La sezione documentaria della mostra racconta nel dettaglio la storia delle idee e delle forme architettoniche attraverso una ricca sequenza di disegni e modelli originali (nella foto in alto quello del Campus di Blindern), integrati da filmati e grandi foto che ricompongono alcuni degli spazi più imponenti. Negli anni venti, la scelta di aggiungere al polo originario nel cuore monumentale della capitale un campus nella regione collinare di Blindern (il «tetto della città»), ha ispirato dapprima il sogno della città-giardino di Oscar Hoff, poi il piano neoclassico di Sverre Pedersen che nel 1923 ha disegnato un grande asse monumentale per collegare il nuovo polo scientifico con il fiordo del parco Frogner. Su questa trama, benché incompiuta, si può oggi seguire con chiarezza lavvicendarsi dei linguaggi del Novecento, dagli interventi degli anni trenta (Finn Bryn e Johan Fredrik Ellefsen), sessanta (Leif Olav Moen, Nils-Ole Lund, Frode Rinnan, Olav Tveten) fino ai più recenti degli anni novanta (la biblioteca di Telje-Torp-Aasen Architects) e duemila (lIstituto dinformatica di Lund Hagem Architects, del 2010). Completata in pochi passi la visita «virtuale» sulla città in scala merita una passeggiata «dal vero» il bel paesaggio collinare di Blindern.
«The City and Blindern. The University of Oslo 200 Years», The National Museum of Art, Architecture and Design, Oslo, fino al 12 febbraio