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Written by: Progetti

Fiore all’occhiello della corte sabauda

L’11 aprile 1729 Vittorio Amedeo II impone, senza tanti complimenti, all’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro la costruzione di una residenza di caccia: «secondo il disegno che vi facciamo rimettere», dice. Due architetti saranno i principali responsabili della progettazione: Filippo Juvarra, cui si deve l’impianto iniziale a croce di Sant’Andrea, e Benedetto Alfieri, protagonista degli ampliamenti nei decenni centrali del Settecento; una terza generazione di professionisti al servizio della corte completa entro la fine del secolo il complesso, ormai ramificato come un frattale. Residenza imperiale in età napoleonica, Stupinigi alla Restaurazione resta in uso, conoscendo un lento declino solo dopo il trasferimento della corte sabauda a Roma. L’edificio aulico forma un tutt’uno con un imponente complesso di «rustici» che ospitavano i servizi per la caccia e le cascine agricole; queste ultime, ancora in parte in uso; la proprietà della palazzina e di alcuni dei rustici più vicini (tra cui uno splendido edificio a pianta cruciforme già destinato alle mute di cani venatori) resta della Fondazione dell’Ordine Mauriziano.

Autore

  • Edoardo Piccoli

    Storico dell’architettura al Politecnico di Torino, già caporedattore del «Giornale dell’Architettura»; studia l’architettura e la città europea dell’età moderna e contemporanea, con un particolare interesse per l’architettura del Settecento

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Last modified: 10 Luglio 2015