Lussemburgo. La capitale del Granducato sta perseguendo con determinazione una politica di rinnovamento della propria immagine: si pensi al Mudam (Ieoh Ming Pei, 1997-2006), alla Philarmonie (Christian de Portzamparc, 1997-2005), alla Place de lEurope (Ricardo Bofill, 1996 – in corso) e alla sua Porte (sempre Bofill, 2004-2006), alla Corte di giustizia (Dominique Perrault, 1996-2008) e alla Banca europea degli investimenti (studio Ingenhoven Overdiek, 2005-2008): tutte architetture del Kirchberg, sede storica delle istituzioni europee, amministrata già dal 1961 dal Fonds dUrbanisation et dAménagement du Plateau de Kirchberg. Non si tratta solo di svecchiare limmagine paludata del sito istituzionale ma di ripensarne limpianto generale, puntando su altre forme di attrattività e promuovendo (ormai dallinizio degli anni novanta) la diversificazione delle funzioni e il carattere urbano, addensando il tessuto con la realizzazione disolati e allineamenti, cercando di rimediare purtroppo con questi soli strumenti al «parc des institutions» degli anni sessanta e ottanta: edifici isolati nel verde di ritaglio tra corsie a scorrimento veloce. In questottica di addensamento del tessuto sinscrive lo studio di Perrault per il quartiere nord (2007), che stabilisce collocazione e volumetria del nuovo complesso della Commissione europea. Si tratta delledificio Jean Monnet 2, che verrà realizzato su disegno degli studi Jswd Architekten (Colonia) e Chaix & Morel (Parigi), vincitori in dicembre del concorso bandito dallo Stato lussemburghese e dalla Commissione (la stessa équipe che nel 2005 vince in Lussemburgo il concorso per il quartiere della stazione e nel 2006 a Essen il centro amministrativo Thyssenkrupp). Il nuovo edificio scherma lungo il boulevard Adenauer un lungo asse interno di spazi pubblici, organizzando gli uffici secondo un principio di comunicazione. E sempre in dicembre, mentre il Fonds bandisce un concorso didee per il fronte sud dellavenue Kennedy (immediatamente a ridosso del sito istituzionale e cerniera tra Kirchberg e Weimershof a valle), viene reso noto il vincitore del concorso per la nuova fiera e la stazione di Kirchberg: i lussemburghesi SteinmetzDeMeyer. La scelta, in questo caso, è quella di riportare la grande scala prevista dal bando a una misura urbana: la frammentarietà e scarsa permeabilità del sito vengono risolti trattando la stazione come uno spazio pubblico globale. Sono ancora Nico Steinmetz e Arnaud De Meyer ad aggiudicarsi il lotto 2 (alloggi, studi medici e asilo) nel quartiere di Grünewald (che il Fonds costruisce per la Société nationale des habitations à bon marché), accanto ai viennesi AllesWirdGut che realizzeranno il lotto 13. Dal 2004, infatti, tutte le operazioni immobiliari nel quartiere sono gestite dal Fonds secondo una politica che tende a controllare la qualità architettonica delle lottizzazioni attraverso concorsi. Inteso invece esplicitamente a rafforzare lattrattività dellofferta commerciale del centro storico rispetto ai grandi centri commerciali della periferia (e di Kirchberg), ma anche delle vicine agglomerazioni francesi, tedesche e belghe, è il concorso per lisolato Royal-Hamilius, strategico e centralissimo snodo ai limiti della Ville haute. Le richieste della Città nel bando di fine 2009 non sono di poco conto: accanto alle istanze materiali, si richiede «attrattività» e «alta qualità architettonica e urbana», indicando chiaramente la politica che porta alla scelta, a fine ottobre, di Foster & Partners, in associazione con i locali Tetra Kayser. Con il trasferimento di alcuni servizi amministrativi comunali, della Biblioteca municipale e della stazione degli autobus, lisolato, che Foster considera come una porta sulla città storica, resta libero per un suadente complesso a funzioni miste: soprattutto superfici commerciali ma anche uffici, residenze e servizi.
Articoli recenti
- Modello albanese? Problema architettonico 8 Gennaio 2025
- Yoshio Taniguchi (1937-2024) 7 Gennaio 2025
- Quo vadis architetto? Tre architetti e una villa, la E-1027 6 Gennaio 2025
- Da Koolhaas a Morozzo della Rocca, se la teoria è progetto 5 Gennaio 2025
- Ri_visitati. Le Albere a Trento: sogni, treni e appartamenti vuoti 3 Gennaio 2025
- Il mio commiato al Giornale, miracolo che si rinnova settimanalmente 1 Gennaio 2025
- L’archintruso. Calendario 2025 per architetti devoti 19 Dicembre 2024
- 30 racconti per un anno 18 Dicembre 2024
- Inchiesta: Roma e il Giubileo 18 Dicembre 2024
- Brescia: dalla mostra al museo al territorio 18 Dicembre 2024
- Tobia Scarpa, 90 anni e non sentirli 18 Dicembre 2024
- Salvare Milano ma non sfasciare l’Italia 16 Dicembre 2024
- Reinventare il costruito con il riuso adattivo 16 Dicembre 2024
- “Paesaggi aperti”, per dare valore ai territori 16 Dicembre 2024
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Luca Gibello. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Michele Roda, Veronica Rodenigo, Ubaldo Spina.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. a The Architectural Post, nuovo editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2024 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata