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Written by: Inchieste

Scoraggiati: gli aquilani allo sbando

Dopo la foga e la voglia di partecipare dei cittadini aquilani nell’immediato post sisma, oggi la gente ha smesso, o quasi, di combattere per una visione di futuro condivisa, perché stanca del teatrino politico, e travolta dai mille problemi personali. Nel maggio 2009 abbiamo avuto un incontro informale con il sindaco dell’Aquila per parlare del futuro e delle idee dei giovani. Cialente insisteva su una visione dell’Aquila come di città proiettata verso i giovani e il futuro, interconnessa e tecnologicamente all’avanguardia. Ad oggi quelle parole sembrano sono solo pura retorica politica, mentre risulta evidente l’assoluta mancanza di una pianificazione delle iniziative economico-sociali nell’ambito di un piano di sviluppo locale condiviso dalla cittadinanza. Manca un masterplan che diriga i singoli progetti e tenga conto degli aspetti socio economici attuali e di piani di sviluppo locale di quella che oggi è diventata una città territorio. Non ce ne voglia nessuno, ma visti i fatti dobbiamo ritenere che manchino le necessarie competenze. Il prezzo che rischiamo di pagare per questa mancanza è l’abbandono del territorio dei giovani, con il loro apporto di energie, conoscenze e idee. L’Università dell’Aquila (maggiore risorsa aquilana) è al 4° posto di una speciale classifica, pubblicata sul quotidiano «Italia Oggi» lo scorso 16 febbraio, riguardante gli atenei con maggiori difficoltà economiche. A ciò si aggiunga che non basta non far pagare le tasse per attrarre studenti, occorre innalzare livello e qualità dell’offerta formativa e di servizi. Altra importante risorsa aquilana è il turismo; ma negli ultimi anni poco è stato fatto per promuovere le risorse locali e niente per migliorare l’offerta infrastrutturale e di servizi. Ci domandiamo, ad esempio, che fine ha fatto la candidatura dell’Aquila a «Capitale della cultura europea del 2019» proposta dai giovani per l’Expo 2015? L’associazione lombarda «Giovani per l’Expo 2015» più lungimirante di molti nostri politici, aveva visto nella candidatura la possibilità per l’intera regione Abruzzo di rinascere rapidamente e con nuovo slancio. Non ci abbiamo neanche provato e non sapremo mai come sarebbe andata. E che dire della cittadella giudiziaria più volte promessa e mai progettata? Intanto è acceso il dibattito tra i cittadini e l’amministrazione comunale su Piazza d’Armi, perché non si capisce come si possa approvare un progetto per la realizzazione di uno stadio, di un parcheggio a raso, di una piazza per il mercato e di un auditorium, laddove sin dagli anni ‘70 la cittadinanza si batte per la difesa del parco urbano.

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Last modified: 10 Luglio 2015