Londra. La scure dei tagli economici si è abbattuta sul Regno Unito e ha un nome: Comprehensive Spending Review. Annunciato il 20 ottobre scorso da George Osborne, ministro delle Finanze britannico (Chancellor of the Exchequer), tale atto delinea lallocazione dei budget di spesa per tutti i settori pubblici nel prossimo quinquennio. Lobiettivo dichiarato è di ridurre drasticamente la forbice tra income e spending entro il 2015, a fronte di un deficit che ha superato i 100 miliardi di sterline.
Allinterno dellimponente opera di revisione della spesa, sinserisce il caso della Commission for Architecture and the Built Environment (Cabe). Cabe è parte del Department for Culture Media and Sports (Dcms) che, dal 2011, ha ridotto del 41% il suo bilancio complessivo. Il Department è intervenuto in maniera consistente su ben 19 delle 55 strutture controllate abolendo, tra laltro, lUK Film Council e il Museums Libraries and Archives Council.
Fondata nel 1999 in sostituzione della Royal Fine Arts Commission (attiva sin dal 1924), Cabe si è dimostrata una struttura di valutazione indipendente, con funzioni dindirizzo e supporto per rilevanti progetti architettonici e urbanistici. In poco più di un decennio ha esaminato circa 3.000 casi: da Londra con limpenetrabile Bankside trasformato in passeggiata urbana (con la Tate Modern e lo Shard di Renzo Piano, ad esempio) a Manchester (Exchange Square) e Nottingham (Lace Market), per citare solo alcuni interventi principali. In un primo momento si era paventata la definitiva chiusura della struttura, a seguito di una riduzione di fondi pari a 5 milioni di sterline. La mobilitazione degli intellettuali, tuttavia, non si è fatta attendere e, su tutti, lappassionato intervento di Richard Rogers sul «Times» si è rivelato quasi profetico, suggerendo la soluzione poi adottata: la fusione di Cabe con un altro ente del Dcms, il Design Council.
Rogers ha sottolineato limportanza della revisione progettuale operata dalla Cabe che, seppur severa, ha innalzato gli standard dei progetti stessi. Lente, secondo il vincitore del Premio Pritzker 2007, «sostiene la causa dellarchitettura in generale, non gli interessi dellarchitettura come professione, ancora meno le prescrizioni di particolari scuole di architettura e urbanistica».
Le reazioni alla fusione, seguite allo scampato pericolo, sono state ovviamente molto positive da entrambe le parti. Per Paul Finch, direttore di Cabe, «questa mossa molto favorevole collocherà larchitettura al centro delleconomia quale volano per gli affari e lo sviluppo territoriale», mentre per il direttore di Design Council, Lord Bichard, «adesso più che mai abbiamo bisogno di design al cuore del rinnovamento urbano e sociale e di un messaggio forte per la progettazione in tutte le sue forme».
Siamo al termine di una stagione felice cominciata negli anni ottanta? Linterrogativo è legittimo e (come giustamente rileva Rogers) limpatto, se ci sarà, non si avvertirà nellimmediato: «col tempo il tessuto urbano delle nostre città si deteriorerà, la qualità della vita che esse offrono sarà diminuita, e noi ci renderemo conto di ciò che abbiamo perso». «Oggi la Gran Bretagna fa un passo indietro dal baratro», affermava il 20 ottobre Osborn. La speranza è che quel giorno, in quel baratro non ci abbiano messo un piede le buone pratiche urbane e Cabe.
Articoli recenti
- Tragico crollo nella Torre dei Conti: no a scelte frettolose 8 Novembre 2025
- Jean Prouvé double face: tra valorizzazione e conservazione 5 Novembre 2025
- Un grande, raffinato, magazzino per rivoluzionare l’agricoltura 5 Novembre 2025
- La migliore architettura: politicamente corretta, poche sorprese e archistar 5 Novembre 2025
- Vitra Campus, Balkrishna Doshi celebra il silenzio 5 Novembre 2025
- Il porto di Marsiglia ha il suo nuovo, vecchio, faro 4 Novembre 2025
- Impermeabilizzazione del terrazzo: Icobit Italia il tuo alleato 4 Novembre 2025
- Il Museo più grande, simboli e nazionalismo: l’Egitto si celebra 3 Novembre 2025
- Forma e relazioni in mostra alla Sapienza 3 Novembre 2025
- Ritratti di città. Hanoi, topografie del cambiamento 29 Ottobre 2025
- Smart vs Green: una sola intelligenza non basta 29 Ottobre 2025
- Dolci attese: forme che misurano il tempo 28 Ottobre 2025
- Agenda Urbana: a Brescia un laboratorio condiviso per la sostenibilità 28 Ottobre 2025
- Alice Rawsthorn: il mio design, un’attitudine più che una professione 28 Ottobre 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. a The Architectural Post, editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A., oggi Società Editrice Allemandi a r.l.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata






















