Quanto «pesa» leredità del passato recente per lamministrazione Renzi?
Intanto è importante sapere che su un totale di 1.483.000 mq di superficie utile prevista dal nuovo Psc, 780.000 mq corrispondono a impegni pregressi, dei quali 92.000 su aree libere.
Volumi zero sì o no?
Forse lo slogan potrebbe essere meglio definito, data lincidenza del pregresso di cui dicevo; forse potremmo dire «a ridotto consumo di suolo».
che non è poco, specie se si considera che siamo in Italia. Vuol dirci del pregresso più rilevante?
Sì. Ancorchè non incidano sul dimensionamento del Psc, le scelte relative allAlta velocità sono probabilmente quelle maggiormente condizionanti lo sviluppo urbano, ma il Psc non propone scelte chiare al riguardo. Collegato allassetto del sistema ferroviario cè poi il progetto per la tranvia, parzialmente realizzato.
… con polemiche.
Già, mentre di solito le infrastrutture di mobilità pubblica leggera sono ben accolte. È vero che il progetto non appare felice (carrozze e scartamento troppo grandi, tracciati poco integrati ecc.), ma le soluzioni allo studio per superare i punti critici (centro storico ecc.) prevedono tunnel e deviazioni indubbiamente costosi e che rischiano dinnescare altri problemi, forse superiori a quelli del passaggio in superficie. Daltra parte, molti centri storici europei si sono da tempo dotati di queste infrastrutture e non dovrebbe essere difficile migliorare il progetto.
Bene, dunque avanti con i condizionamenti che vengono dal secolo breve o giù di lì.
Non meno rilevante è la scelta sullarea di Castello (ex Fondiaria ora Ligresti), che nelle intenzioni originarie (a partire dal piano Detti del 1962 fino agli anni ottanta) avrebbe dovuto accogliere funzioni per decongestionare le aree centrali. Ciò non si è realizzato; e soprattutto la scelta dinsediare la Scuola carabinieri (al di là degli aspetti che saranno chiariti in sede giudiziaria) compromette la funzionalità di questarea rispetto alla città e al territorio.
Si rimedierà spostando lì la «Cittadella viola», erratico progetto di Fuksas?
Lipotesi dinsediare nella stessa zona il progetto di Castello (compresa la Scuola carabinieri) con la «Cittadella viola» e il parco metropolitano della Piana richiede una verifica di fattibilità che al momento manca e che sembra molto difficile. Questa vicenda sottolinea la cronica assenza di una visione territoriale nella programmazione di Firenze.
E per quanto riguarda il recupero?
Il recupero di numerose aree dismesse ha seguito finora criteri poco vantaggiosi per la collettività (vedi larea Fiat a Novoli), producendo una densificazione casuale che oggi crea problemi. Va detto che ci sono ancora molte aree strategiche che possono rappresentare risorse di riqualificazione importanti, sia nel centro storico che nelle aree esterne.
Altre eredità scomode?
Ci sono numerosi progetti, ancora non realizzati ma approvati, che interessano aree già a servizi o agricole, a volte in contesti di pregio ambientale, anche verso le colline. Tra i pesanti condizionamenti ancora due questioni importanti per la gestione delle politiche urbane: il Regolamento edilizio (con pendenze in tribunale) e il funzionamento degli uffici.
A proposito del Regolamento edilizio…
Nel Regolamento edilizio (che il nuovo Psc ha solo in parte corretto anche proponendo la perequazione per spostare volumi incongrui) erano state introdotte surrettiziamente norme sulla ristrutturazione urbanistica che consentivano di densificare linterno degli isolati. Ciò ha creato contenziosi, polemiche e, ancora, aumento della congestione.
Che cosa intende per «funzionamento degli uffici»?
Mi riferisco allo scarso inquadramento urbanistico delle politiche di settore. In particolare, la mobilità ha mantenuto una visione separata rispetto alle scelte di uso e di assetto della città conculcando idee del passato (quali il «passante» sotterraneo), spesso improbabili, ma che giustificano programmi di trasformazione urbana. In passato, quando operazioni simili si sono realizzate senza le infrastrutture, si è aumentata la congestione e si rischia di ripetere questa cattiva abitudine.
Riassumiamo quindi per Firenze, città dallo straordinario passato storico, il peso del passato recente.
Credo che il nuovo Psc non abbia potuto evitare di recepire scelte istituzionali già approvate, pur introducendo alcune linee di novità rispetto alla precedente versione del 2007. Del resto, come noto, il Psc è una sorta di albo di buoni propositi, in parte astratti: quanto questi potranno diventare realtà è presto per dirlo. La parte operativa del nuovo Piano, cioè il Regolamento urbanistico, è ancora da fare e potrebbe correggere anche molti dei limiti segnalati. Mentre anche la gestione quotidiana sarà unoccasione per sperimentare un nuovo modo di utilizzare e trasformare la città.






















