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XVII Biennale di architettura cilena

Santiago del Cile. Con il titolo «8.8 Re-construcción», che allude al grado 8.8 richter del terremoto del 28 febbraio 2010, dal 18 al 27 novembre si è svolta la XVII Biennale di architettura nel Museo storico e militare del Cile, scelto in quanto è stato uno dei monumenti riparati dai danni causati dal sisma. Scopo principale della kermesse è stato quello d’indurre a una profonda riflessione sugli approcci del costruire e sulle strategie progettuali, cercando di superare le lacune evidenziate dai sistemi attuali. Il presidente di questa edizione, Guillermo Hevia, ha sottolineato la volontà di costituire una piattaforma attiva di proposte che possano contribuire al lavoro nazionale di ricostruzione e restauro del patrimonio edilizio e storico-artistico. Purtroppo, dalle varie esposizioni si evince solamente qualche progetto architettonico riguardante la ricostruzione, e non molta pianificazione urbanistica; le uniche proposte presentate da questo punto di vista sono quelle teoriche, esposte dalle varie scuole di architettura invitate.
Dall’esposizione nazionale emergono numerose architetture di qualità nel mondo della residenza privata, ma anche un piccolo incremento di opere pubbliche rispetto alle biennali anteriori. Difatti il primo premio è andato a una biblioteca realizzata nella cittadina di Icanten (settima regione del Cile) da un gruppo di architetti capeggiati da Emilio Marín, autore anche dell’allestimento della Biennale, che ha inteso costituire l’atmosfera propria di uno spazio in ricostruzione. Di qui l’uso del legno, nudo e semplice, nei formati commerciali, per esporre progetti o formare spazi chiusi, come gli stand degli sponsor.
In occasione dell’inaugurazione è stato anche celebrato il concorso del Memoriale 27/F, che dovrebbe sorgere nella città di Concepción. I risultati, presentati dal presidente cileno Sebastián Piñera hanno decretato la vittoria del gruppo formato dagli architetti Ricardo Atanacio, Juan Agustin Soza, Fernando Feuereisen e Marco Aguirre, con una proposta ispirata ai grandi monoliti commemorativi del neolitico.
Il premio nazionale alla carriera è andato a Enrique Brown, celebre per l’edificio Consorcio (con Borja Garcia Huidobro), che è stato indicato dall’ordine degli architetti come la migliore opera realizzata in Cile negli ultimi trent’anni. Tra le altre esposizioni della Biennale, va ricordato l’omaggio a Mario Perez de Arce, recentemente scomparso, autore di varie opere emblematiche e pioniere dell’architettura moderna in Cile.

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Last modified: 10 Luglio 2015