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Davide DeriuWritten by: Reviews

Londra celebra l’autore delle stazioni del suo metrò

Al felice connubio tra Riba e Victoria&Albert Museum si deve la piccola ma affascinante mostra dei progetti di Charles Holden per l’azienda dei trasporti pubblici London Transport. La figura di Holden (1875-1960), schivo architetto inglese formatosi nelle Arts & Crafts, è tornata in auge in questi anni grazie a due nuove pubblicazioni.
La mostra al V&A ne ripercorre la lunga e proficua collaborazione con Frank Pick, l’illuminato manager che negli anni venti e trenta rese il London Transport un laboratorio del design moderno. Documenti d’archivio illustrano il progressivo coinvolgimento di Holden in quello che, a ben vedere, divenne «il più vasto programma edilizio a Londra opera di un solo architetto da quando Christopher Wren ricostruì le chiese della City distrutte dall’incendio del 1666».
L’itinerario cronologico muove dai primi, timidi, prospetti per stazioni, all’elaborazione del linguaggio classicheggiante, influenzato dall’Art Deco, adottato nell’estensione sud della Northern Line. È qui che il problema di come innestare il nuovo sul vecchio si unisce alla ricerca di un linguaggio moderno e funzionale. Tale fase culmina con il progetto per la sede del London Transport (1929, nella foto sopra), il grattacielo cruciforme d’ispirazione americana eretto sopra la stazione di St. James’s Park. Il percorso si conclude infine nella celebre serie di stazioni per la Piccadilly Line realizzata nei primi anni trenta, quando Golden, reduce da un viaggio in Europa in compagnia di Pick, sviluppò un’originale sintesi di modernità e tradizione che gli valse il plauso dei critici del tempo.
La mostra si sofferma sui disegni e modelli delle stazioni della metropolitana che Holden definì semplicemente «scatole di mattoni con coperchi di cemento» (nel disegno in alto, schizzo dell’ingresso alla stazione di Highgate, 1930). In realtà, come mostrano poster, brochure e film d’epoca, queste modeste architetture esercitarono un grande fascino già negli anni trenta, quando il London Transport fu protagonista di uno straordinario processo di modernizzazione nelle arti e nel design, oltre a ridisegnare la geografia urbana della metropoli. Fedele al motto fitness for purpose (in una parola, «funzionalità») Holden fu attore silenzioso ma decisivo di questo processo. E la mostra al V&A, compatta e meticolosa come une delle sue stazioni, ne è un degno tributo.

«Underground Journeys: Charles Holden’s designs for London Transport», a cura di Riba e V&A, Londra, Victoria&Albert Museum, South Kensington, fino al 13 febbraio

Autore

  • Davide Deriu

    Vive a Londra, dove è Reader in storia e teorie dell’architettura presso l’Università di Westminster. Formatosi al Politecnico di Torino e alla Bartlett (UCL), si occupa di culture della rappresentazione a diverse scale, dal modello alla città. Ha contribuito a riviste come The Journal of Architecture, Architectural Theory Review, Abitare e Vesper, ed è stato redattore di Architectural Histories. Fra le mostre che ha curato: "Modernism in Miniature: Points of View" al Centro Canadese d’Architettura. È stato Fellow della British Academy, Colin Rowe lecturer al RIBA e visiting professor all’Università Iuav di Venezia. Collabora con "Il Giornale dell’architettura" dalla sua fondazione

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Last modified: 10 Luglio 2015