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Written by: Città e Territorio

Vienna riscopre le terme e si regala il suo Nouvel

Di due cose si dichiara particolarmente orgogliosa la pubblica amministrazione viennese in materia urbanistica, oltre alla politica abitativa: della mancanza di ghetti urbani e dello sviluppo compatto che la città persegue da anni. Se sul primo punto si può sostanzialmente concordare, dubbi rimangono invece sul secondo. Per rendersene conto basta aggirarsi nei confini meridionali della città, dove il tessuto del decimo distretto inizia a sfilacciarsi tra la prima campagna e uno nei nodi viari più importanti dell’Europa centrale.
Alla periferia della periferia si trova però anche una sorgente termale, già nota ai romani, riscoperta dai viennesi negli anni sessanta che, durante l’Esposizione internazionale dei giardini nel 1974, aprirono il complesso termale di Oberlaa. Lo stabilimento è stato ora radicalmente rinnovato dopo due anni di lavori (dal budget di oltre 100 milioni) secondo un progetto dei tedeschi 4a Architekten, vincitori di un concorso nel 2003, con l’obiettivo di conquistare una fetta di pubblico più giovane. Di qui la scelta progettuale di richiamarsi metaforicamente al fiume, con una sequela di volumi affacciati su un grosso parco a ospitare un centro per le cure mediche, una nuova zona ristorante, una zona sauna e un totale di circa 4.000 mq di specchi d’acqua. Evitando la concentrazione in un unico blocco monolitico, gli architetti hanno optato per una serie di edifici di varia altezza e dimensione, impostati su una piastra in cemento, che ricordano certe opere di Zaha Hadid.
Con un’opera che sembra talvolta oscillare indecisa tra il minimalismo degli interni e le evoluzioni trendy in facciata, l’edificio ha comunque il pregio di rivalutare e ammodernare una delle più importanti infrastrutture regionali per il tempo libero e la cura del corpo, in un contesto finora noto piuttosto per discutibili interventi della recente storia urbanistica viennese (www.thermewien.at).
Comunque, anche in tempi di crisi, la capitale austriaca non rinuncia alle archistar. S’inaugura infatti a novembre l’Uniqa Building, torre di 75 m firmata Jean Nouvel, vincitore di un concorso a inviti, promosso dalla stessa compagnia assicurativa, per un complesso di uffici, hotel e spazi commerciali di lusso. Imponente ma effimero, l’edificio sorge lungo il canale del Danubio (Donaukanal), a due passi dal centro storico, ingaggiando con la vicina torre dei media progettata da Hans Hollein un confronto spettacolare quanto forse discutibile di asimmetrie, giochi di dissolvenze e citazioni scontate: come quella, in copertura, del duomo di Santo Stefano. Nel variopinto e cruciale panorama urbano del Donaukanal, la mole dell’intervento desta perplessità circa l’opportunità di un progetto il cui importo complessivo (130 milioni) ha sforato ampiamente il budget previsto.

Autore

  • Matteo Trentini

    Architetto (nato nel 1980), si è formato tra Milano e Vienna, città dove ha collaborato con numerosi studi alla realizzazione di progetti a diverse scale. Dottorando in Storia dell'Architettura presso l'Accademia di Architettura di Mendrisio, scrive di architettura su riviste e quotidiani ("Il Giornale dell'Architettura", "Costruire", "Il Manifesto")

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Last modified: 13 Luglio 2015