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Cristina DonatiWritten by: Città e Territorio

Lord Rogers: finalmente lavoro in Italia!

Lei ha spesso parlato delle difficoltà di lavorare in Italia e in particolare a Firenze. Quali sono state le condizioni che hanno reso possibile questo intervento a scala urbana?

Quarant’anni di tentativi! I miei genitori erano italiani e una parte della mia famiglia, ancora oggi, vive e lavora a Firenze. Nonostante la mia vicinanza a questo paese, l’Italia è una delle nazioni al mondo dove è più difficile lavorare perché la burocrazia è immensamente complessa e l’architettura si presta a diventare uno strumento politico. L’aspetto surreale è poi che non esiste un quadro politico chiaro e comprensibile. A Scandicci, nei lunghi anni che hanno preceduto l’avvio del cantiere, siamo riusciti ad arrivare alla realizzazione grazie a due sindaci eccezionali che hanno creduto nel valore della modernità.

Il masterplan è costituito da una serie di parti collaboranti su cui s’innesta la nuova infrastruttura della tramvia. Quanto potrà incidere la presenza del trasporto pubblico sul successo del nuovo centro di Scandicci?
Quasi totalmente. La tramvia, in quanto mezzo per potenziare il trasporto pubblico, è la chiave del successo e dell’innovazione di questo intervento. Abbattere l’inquinamento, associato all’uso indiscriminato e consumistico della macchina, è l’elemento fondamentale alla sostenibilità del progetto che si traduce in effettiva qualità della vita. Se riusciremo a liberare le strade e le piazze dalle auto riusciremo a restituire lo spazio pubblico ai cittadini.

Lei parla spesso dell’importanza che l’architettura sia motivata da visioni del futuro; quali strategie vi hanno guidato in questo progetto?
L’architettura non può prescindere da obiettivi etici che siano alla base della sua ragion d’essere. Solo così può effettivamente ed efficacemente contribuire al benessere sia dei suoi utenti che di tutti coloro che hanno il diritto di godere di una città bella, sicura e sostenibile. A Scandicci abbiamo voluto creare un centro che avesse un cuore con qualità civiche e urbane tali da trasformare quella che un tempo era considerata periferia dormitorio in una vera e propria città. La multifunzionalità dell’intervento è determinante e riflette il mio ideale di Compact City: la città dove si vive, lavora, si fa cultura e ci si diverte. Questa è la nostra «visione» anche per Scandicci. 

Quali sono le principali innovazioni tecnologiche?
Leggerezza, flessibilità, adattabilità, manutenzione e dinamismo della facciata restano, oggi come ieri, obiettivi di un approccio alla costruzione che ha contraddistinto la nostra ricerca verso l’innovazione.

Autore

  • Cristina Donati

    Prima collaboratrice poi redattrice della testata online fin dagli esordi nel 2014. Prematuramente scomparsa nel 2021. Studia architettura a Firenze dove consegue un Dottorato di ricerca in storia dell’architettura. Dopo la laurea si trasferisce a Oxford dove collabora con studi professionali, si occupa di editoria e cura mostre per Istituti di cultura a Londra. Ha svolto attività didattica per la Kent State University (USA) con il corso di Theories of Architetcure. Scrive per numerose riviste internazionali e svolge attività di ricerca sull’architettura contemporanea e i suoi protagonisti. Dirige la collana editoriale «Single» sul progetto contemporaneo per la Casa Editrice Altralinea. E' autrice di saggi e monografie tra cui: «Michael Hopkins» (Skira, 2006); «L’innovazione tecnologica dalla ricerca alla realizzazione» (Electa, 2008); «RSH+P, Compact City» (Electa, 2014); «Holistic Bank Design» (Altralinea, 2015).

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Last modified: 13 Luglio 2015