Che cosa è successo al paesaggio costiero negli ultimi anni? Come sono state aggirate le norme di tutela?
Purtroppo molte soprintendenze non si oppongono più agli scempi dei paesaggi o addirittura li autorizzano. La tutela, come prevista dalla Costituzione, è decisamente a rischio, con la volontà espressa dal Mibac di tagliare il personale, di non potenziare uffici per i controlli e perfino con il divieto di muoversi con i propri mezzi sul territorio. Le soprintendenze sono già alle prese con labolizione della Dia sulle opere interne (anche quelle rilevanti!) che potrebbero essere devastanti, e con la semplificazione per gli interventi di lieve entità anche sui paesaggi vincolati. Incombono poi gli accatastamenti di case fantasma che prefigurano una sanatoria dellabusivismo. La mancanza di piani paesaggistici in attuazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che le regioni dovrebbero concordare con il ministero, rende inapplicabile la tutela. Anche i parchi non hanno più mezzi per evitare lassalto. Tutte insieme queste «semplificazioni» portano al paesaggio italiano un colpo mortale.
Come è stato impostato il libro bianco sulle coste? A partire da segnalazioni o da vostri sopralluoghi?
I nostri soci (più di 11.000 in tutta lItalia) hanno per mesi cercato, e trovato, i paesaggi sensibili (cioè quelli più a rischio) lungo gli oltre 8.000 chilometri di coste italiane, con sopralluoghi, studi, fotografie, ricerche, segnalazioni anche di comitati e la collaborazione di numerosi cittadini. Le nostre sezioni e i coordinamenti regionali hanno formulato schede di rilevazione complesse che forniscono anche proposte e soluzioni. Abbiamo infine scelto i 50 paesaggi sensibili 2010: le 50 «palme nere», e tra queste abbiamo segnalato con forza i casi più drammatici: Capo Teulada in Sardegna, il waterfront di Savona, le opere di cementificazione della Maremma, i due megaporti sulla rada greca di Siracusa, e tanto altro.
Che cosa proponete perché uniniziativa come questa non rimanga mero atto di denuncia ma abbia delle ricadute concrete sulle politiche di pianificazione del territorio costiero? Pensa che avrete possibilità di lavorare a tavoli di concertazione con gli organismi locali?
Chiediamo soprattutto che vengano redatti i piani paesaggistici da regioni e Mibac e che questi piani siano prescrittivi e non vagamente descrittivi. Chiediamo anche al Mibac di rinforzare gli organici e rispettare il primato della tutela rispetto alle esigenze della politica e del mercato, che pongono i soprintendenti sotto continuo ricatto. Poi proponiamo maggiori servizi di assistenza tecnica ai comuni da parte delle regioni e un più forte coinvolgimento delle associazioni per la tutela. La legge prevede che le associazioni riconosciute come Italia Nostra siedano ai tavoli delle conferenze dei servizi e in altri organismi di consultazione. Ma sempre più queste presenze danno fastidio e perfino la magistratura (soprattutto il Consiglio di Stato) cerca di annullare le nostre azioni di tutela favorendo le speculazioni autorizzate dagli enti locali, addirittura contro la volontà delle soprintendenze.
Molti accusano Italia Nostra di assumere posizioni che spesso sono troppo sulla difensiva.
Noi non siamo contro la modernità, ma vogliamo un nuovo modello di sviluppo economico che non arricchisca i soliti pochi a danno dei cittadini che vedono sparire una grande ricchezza che è di tutti noi, il patrimonio culturale (che comprende anche quello paesaggistico). I porti turistici possono essere costruiti nelle zone industriali e nei porti industriali dismessi che sarebbero così anche bonificati.
Allestero (ad esempio il gruppo Intelligent Coast attivo a Barcellona) su questi temi si lavora da molto tempo, cercando di conciliare turismo, sviluppo economico e tutela. In Italia?
Non solo Italia Nostra chiede che vengano fatti e resi vincolanti i piani paesaggistici; chiediamo anche che vengano istituite in ogni regione le Conservatorie delle coste sul modello francese del Conservatoire du Littoral. Le coste italiane sono una ricchezza per tutto il paese e vanno tutelate.






















