Con lo slogan «Un pezzo di storia non ha prezzo, ma ha certamente valore», la proprietà Fondiaria Sai ha incaricato Immobiliare Lombarda di assisterla nella vendita della Torre Velasca, capolavoro dello studio Bbpr in collaborazione con Arturo Danusso costruito tra il 1956 e il 1958 dalla Società Generale Immobiliare. Simbolo della Milano della ricostruzione e della nuova borghesia, la torre ha sempre suggerito il mito angloamericano di unurbanità verticale che coniugasse leleganza italiana con una declinazione neo-liberty. Sorta nel comparto di 9.000 mq di ferite della guerra, ha inaugurato anche un nuovo rapporto «creativo» di progettazione concordata con il Comune. Al posto della tipologia milanese a cortile chiuso, attraverso lescamotage di una cessione gratuita di 1.650 mq e una riduzione del 12% del volume si ottenne come compensazione la concessione eccezionale di costruire unaltezza di 99 m. Oggi dai cioccolatini allarte figurativa, al logo dellOrdine degli architetti, la sagoma della Velasca ricorre come un vero e proprio brand della milanesità chic pretangentopoli. Per ledificio, che presenta diverse fessure in facciata, è allo studio una manutenzione approfondita e una revisione del suo stato (già avviata in parte a maggio). Speriamo che leventuale cambio di proprietà non sia loccasione dellapertura di nuove procedure di valorizzazione, che abbiamo avuto già modo di «apprezzare» su altre opere milanesi (come la galleria di Corso Vittorio Emanuele, sempre dei Bbpr, o lex Loro Parisini di Luigi Caccia Dominioni) e si prosegua invece nella direzione di un rigoroso restauro conservativo.
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