Fase due dellurbanizzazione in Cina: tocca ora alle città medio-piccole. Città industriali o vicine a grandi centri economici dove la disponibilità fondiaria è maggiore che non a Pechino o Shanghai. La portata del fenomeno è riscontrabile nel ritmo incalzante dei concorsi di architettura e nella successiva apertura di cantieri di ogni dimensione. Ne è un esempio la rigenerazione urbana del nuovo quartiere di Hexi, una fascia di 7 km di litorale sul fiume Yangtze, nella città di Nanjing. Lo scopo del concorso (vinto dagli statunitensi Swa Group) è trasformare lHexi in uno dei riverfront più importanti del mondo. Il piano di riqualificazione comprende: un ecoparco da 75 ettari (con un eco-hotel e altre strutture polifunzionali) alla confluenza dei fiumi Yangtze, Jiajiang e Qinhuaixin; un museo di antropologia; una monumentale Plaza di 64 ettari destinata a divenire lepicentro culturale del nuovo quartiere con un Performing Arts Center e altri spazi ibridi per lintrattenimento, il residenziale, uffici e retail; un parco a tema sullacqua da 17 ettari e un parco per larte da 25 ettari caratterizzato da un museo di arte internazionale che possa attirare 3 milioni di visitatori lanno. L i ntervento intende affrontare temi nevralgici a scala nazionale, tra cui la tutela delle risorse naturali e la riqualificazione ambientale, in unottica di rilancio economico ed equità sociale, celebrando al contempo la storia del fiume Yangtze. Nella Cina odierna, tuttavia, il Pearl River Delta rimane il luogo dove il fenomeno della crescita urbana è più rilevante. James Corner Field Operations è lo studio statunitense che si è aggiudicato il concorso a inviti per lo sviluppo urbanistico di Qianhai. Larea riguarda ben 1.800 ettari di terreno bonificato attorno al porto di Qianhai, sulla costa occidentale di Shenzhen. Lobiettivo è trasformare la zona nel centro finanziario e logistico della futura città-regione: una sorta di Manhattan nel Pearl River Delta. La proposta vincitrice prevede la costruzione di una «città dellacqua» capace di accogliere un milione e mezzo di persone: il comparto è suddiviso in cinque distretti attraverso delle water fingers che, sviluppandosi lungo i fiumi e canali preesistenti, fungono da infrastrutture a carattere idrogeologico, spazi aperti e parchi pubblici. Il risultato è un progetto ecologicamente sostenibile anche se iper-denso, caratterizzato da un lungomare monumentale e da grandi spazi culturali e ricreativi. Accanto alle grandi visioni urbane dei maxi cantieri trovano comunque spazio architetture minori altamente simboliche. È il caso del museo dellautomobile di Nanjing, il cui concorso a inviti è stato vinto dallo studio italiano 3GAT T I. «Car Experience» è un progetto completamente dedicato al mondo dellauto: oggetto del desiderio e tecnologia da studiare. La struttura principale delledificio consiste in una rampa a spirale ascendente divisa in due parti da una vetrata che definisce gli spazi espositivi interni ed esterni. Non esistono scale, muri e ascensori, bensì rampe che si snodano sinuosamente verso lalto secondo una concezione fluida dello spazio. La struttura a spirale esterna, percorribile con la propria auto, è caratterizzata da unondulata superficie irregolare, consentendo lesposizione delle vetture da diverse angolazioni. La copertura ospita un parcheggio da cui parte il percorso pedonale discendente verso linterno, mentre blocchi vetrati disposti casualmente definiscono spazi metafisici adibiti a uffici, sale riunioni e conferenze, laboratori e servizi. Il governo cinese continua così a chiedere agli architetti internazionali i simboli di un successo economico puntando sullo sviluppo urbanistico nelle vecchie regioni industriali settentrionali ed occidentali, nel duplice tentativo di distribuire territorialmente un nuovo benessere economico e di civilizzare un ovest dove le minoranze etniche rappresentano ancora un ostacolo.
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