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Luca GibelloWritten by: Città e Territorio

Esame di coscienza per gli Urban Center

Arene di discussione, antenne del territorio, spazi d’informazione istituzionale: non musei o semplici vetrine ma occasioni per comunicare con trasparenza le politiche di trasformazione urbana. A differenza delle esperienze di marca anglosassone dovute prevalentemente a iniziative dal basso, in Italia gli Urban Center sono emanazione più o meno diretta del momento pubblico. Tra gli altri, ne conseguono i temi dell’autonomia dell’informazione, dell’autovalutazione del proprio operato e della partecipazione attiva dei cittadini. Di questo e molto altro si è discusso a Firenze nel convegno «UrbanCenter-Live. Nuove culture e nuovi linguaggi della città contemporanea», organizzato il 21-22 giugno presso il Centro per l’Arte contemporanea EX3 dall’associazione VerdianaNetwork (coordinato da Enrico Falqui, dell’Università di Firenze) in collaborazione con l’Osservatorio sugli Urban Center dell’Università La Sapienza di Roma, CrossingLab, Image e Festival della Creatività di Firenze. Momento di autocoscienza collettiva che si rinnova a ogni incontro, quest’ultimo doveva sfociare in un documento che rilanciasse l’impegno di strutture le quali in Italia faticano a raggiungere piena legittimazione. Tuttavia, la partecipazione di appena 9 dei circa 20 Urban Center operanti nella penisola, l’assenza (fatta salva l’attività dell’Osservatorio) di una piattaforma comune che ne sancisca l’esistenza o la scomparsa (anche un semplice sito web), e la difficoltà nello stabilire principi d’inclusione per cui una struttura possa definirsi tale hanno in parte vanificato lo sforzo, sebbene l’appuntamento sia stato rinnovato in vista di UrbanPromo (a Venezia dal 27 al 30 ottobre). Infine, appare paradossale che l’incontro si sia svolto in una città come Firenze dove, nonostante i proclami e le buone intenzioni, l’Urban Center ancora non esiste, e in cui i programmi di trasformazione urbana sono stati oggetto d’attenzione più della Procura della Repubblica che non dei pubblici amministratori. Intanto, dal 7 luglio l’Urban Center di Parma ha una nuova sede: l’ex oratorio settecentesco di San Quirino, restituito alla città dopo 40 anni. www.urbancenterlive.it; www.urban-center.org

Autore

  • Luca Gibello

    Nato a Biella (1970), nel 1996 si laurea presso il Politecnico di Torino, dove nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Ha svolto attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico di Torino e l'Università di Trento ha tenuto corsi di Storia dell’architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica. Collabora a “Il Giornale dell’Architettura” dalla sua fondazione nel 2002; dal 2004 ne è caporedattore e dal 2015 al 2024 è direttore. Oltre a saggi critici e storici, ha pubblicato libri e ha seguito il coordinamento scientifico-redazionale del "Dizionario dell’architettura del XX secolo" per l'Istituto dell’Enciclopedia Italiana (2003). Con "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi" (2011, tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota

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Last modified: 14 Luglio 2015