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Written by: Inchieste

La Maddalena anno uno

La Maddalena (Olbia-Tempio). Eleganzia (secondo gruppo alberghiero italiano nel segmento del lusso, nato nel 1970 quando Lord Charles Forte inaugura in Sardegna il Forte Village, poi acquisito da un gruppo d’investitori italiani tra cui Emma Marcegaglia, Andrea Donà delle Rose e Lorenzo Giannuzzi), offre vacanze da sogno presso il nuovo Maddalena Hotel & Yacht Club. I comunicati stampa parlano di un «esclusivo design hotel dall’architettura futuribile, con il centro congressi sospeso tra mare e cielo, camere piene di luce e un porto esclusivo per oltre 600 posti barca (anche maxi-yacht di lunghezza superiore a 100 metri)». Questo sarebbe il progetto «che ha risvegliato l’isola da un lungo letargo. Il mare cristallino, con annesso relax da sogno, è assicurato. Spiagge candide, mare azzurro e rocce di granito levigate dal maestrale». Peccato che in questo paradiso possa capitare d’imbattersi nei fanghi neri impregnati d’idrocarburi pesanti e nei resti di amianto delle ex strutture militari in quanto non è certo che la bonifica sia mai stata realizzata, secondo un’inchiesta de «L’Espresso» del 29 giugno. Ma ci si potrà sempre godere camere firmate William Sawaya, arredi griffati Zaha Hadid e Dominique Perrault conditi dal gusto meditteranean chic di Antonio Marras, stilista della maison Kenzo. Lì a fianco sorge poi un hotel a 5 stelle senza affaccio sul mare, perché non è stato costruito il sottopasso stradale, e semiabbandonato in quanto la gara d’appalto per la gestione è andata deserta. Per consacrare questo paradiso per «gli amanti del bon vivre», la strada non è stata proprio lineare, ed è comunque forse distante dal modello di sviluppo turistico traguardato dal Piano paesaggistico regionale (predisposto dalla giunta Soru e messo tra parentesi da quella Cappellacci). La vicenda Maddalena scoppia improvvisamente quando alcuni quotidiani italiani, nel febbraio di quest’anno, pubblicano la notizia che alcuni tra i massimi dirigenti della Protezione civile, tra cui lo stesso Guido Bertolaso, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Berlusconi, sono indagati per corruzione. Una cronistoria dei fatti, ricostruita attraverso quanto riportato dalla stampa durante l’organizzazione del G8, tenta di ordinare i principali passaggi fino all’inchiesta giudiziaria.

G8 in Sardegna
Il 14 giugno 2007 i quotidiani riportavano l’annuncio (dato dal capo del governo Romano Prodi e dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema) che il G8 si sarebbe tenuto sull’isola della Maddalena. Un’irripetibile occasione di rinascita per la Sardegna, governata all’epoca da Renato Soru. Il governo Prodi nominò, quale commissario del G8 per il Governo, il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, poiché il vertice era stato classificato come «grande evento» e rientrava così nelle competenze della Protezione civile. I finanziamenti, come riferito dalla stampa locale, e in particolare da «Il Sardegna» (20 marzo 2008), sarebbero stati quantificati in 170 milioni, secondo le dichiarazioni di Soru.

Cucinella forfait
Nei giorni immediatamente precedenti, erano intanto circolate le prime immagini dei progetti. Secondo «Il Corriere della Sera» (17 marzo) sarebbe stato costruito un albergo sospeso sull’acqua e gli edifici dopo il summit sarebbero stati destinati al turismo. Le immagini furono attribuite a un gruppo di progettisti che comprendeva Stefano Boeri (referente per il rilancio architettonico dell’isola voluto da Soru, direttore delle uniche due edizioni del Festarch e presidente della giuria del concorso a inviti per il Museo regionale dell’arte nuragica e dell’arte contemporanea del mediterraneo a Cagliari) e Mario Cucinella. Dello staff, cooptato con affidamento diretto, faceva parte anche un architetto locale, Daniela Antonucci (della quale si perdono quasi subito le tracce). Cucinella, però disconosce la paternità delle immagini dichiarando, con una nota diffusa a mezzo stampa, che non erano state prodotte dal suo studio. Secondo «La Nuova Sardegna» (5 maggio), l’architetto prendeva così le distanze da Boeri e, soprattutto, innescava una polemica con la Protezione civile poiché, secondo quanto dichiarato da un suo collaboratore allo stesso giornale: «Gli elaborati sono stati presentati alla Protezione civile ormai da alcune settimane, ma non è arrivata nessuna risposta. C’è stato e c’è solo un inaudito e incomprensibile silenzio». La rottura dei rapporti tra Bertolaso e Cucinella è insanabile al punto che questi scrive una lettera al direttore de «Il Sole 24 Ore» che chiarisce ulteriormente i motivi della sua posizione: «Io non mi sono defilato come viene scritto in alcuni articoli, perché non è mia abitudine. Ci sono buone ragioni che spiegano perché io non sia più coinvolto in questo progetto». Il passaggio chiave riguarda però la metodologia secondo cui sarebbero stati condotti i lavori: «Non possiamo lavorare continuamente in uno stato di perenne emergenza. E la proposta di portare avanti i progetti secondo una formula purtroppo consolidata di appalti integrati, addirittura su preliminare, mi trova in disaccordo».

Arriva Berlusconi
La presa di distanza di Cucinella avviene quasi contemporaneamente al cambio politico nazionale quando, a seguito della vittoria alle elezioni dell’aprile 2008, torna al governo Silvio Berlusconi. L’entusiasmo attorno all’evento da realizzarsi in terra sarda sembra affievolirsi poco a poco e insorgono le prime difficoltà. «Il Giornale» annuncia che gli appalti procedono al rallentatore (5 maggio) e che il G8 caldeggiato da Soru vacilla: «Cantieri fermi nell’isola che deve ospitare il summit nel giugno 2009 e che il governatore sardo sta “spingendo” con il marketing turistico». Nel frattempo, il costo degli appalti cresce in maniera esorbitante. «La Nuova Sardegna» (29 giugno) pubblica la notizia che lo schema finanziario preparato da Angelo Balducci, nominato «soggetto attuatore» delle opere per il G8 con ordinanza della Protezione civile del 19 marzo 2008 (poi sostituito a giugno da Fabio De Santis), ammonta a 300 milioni, più 500 per le opere collaterali (Olbia-Sassari, Olbia-Arzachena, allungamento della pista dell’aeroporto), da eseguirsi tutte con procedura accelerata. Il premier, dal canto suo, manifesta dubbi riguardo la possibilità di completarle in tempo per il summit e, secondo «Il Giornale» (11 luglio), sta pensando a una sede alternativa. Roberto Calderoli rilancia proponendo Milano come occasione per sostenere l’Expo. Se, secondo «Il Corriere» (17 agosto), i dubbi sul G8 alla Maddalena paiono definitivamente fugati, «L’Unione Sarda» (23 agosto) afferma che il presidente del Consiglio sta pensando a una doppia sede e Bertolaso, in un’intervista a RadioUno, dichiara: «Nessuno ci vieta d’iniziare il G8 alla Maddalena e concluderlo a Napoli». L’idea sarebbe nata dalla necessità di «fare qualcosa per Napoli». Resta sempre in piedi anche il progetto di noleggiare due grandi navi se la ricettività alberghiera non consentisse la dislocazione degli ospiti in Gallura.

Le inchieste shock
Il 23 dicembre, un’inchiesta condotta da Fabrizio Gatti («L’Espresso») scuote l’organizzazione dell’evento denunciando «un curioso legame d’affari» tra la famiglia Balducci e una delle imprese aggiudicatarie, l’Anemone Costruzioni di Grottaferrata, il cui amministratore delegato era Luciano Anemone. L’articolo rivela che la società, «pur dichiarando soltanto 26 dipendenti, si è presa la fetta più grossa della torta da quasi 300 milioni di euro suddivisi tra cinque società […]. Inutile tentare di sapere perché sia stata scelta proprio la ditta Anemone. I criteri di selezione delle cinque imprese, chiamate senza pubbliche gare d’appalto, così come i progetti, sono coperti dal segreto di Stato: provvedimento imposto da Prodi, confermato da Berlusconi». Nonostante il clamore suscitato dall’articolo che sarebbe stato poi alla base dell’inchiesta che coinvolgerà lo stesso Balducci e, tra gli altri, anche Bertolaso, i lavori procedono.
A febbraio 2009 anche Soru deve lasciare la guida della Regione, sconfitto nelle elezioni anticipate a causa delle sue dimissioni, dall’esponente di centro-destra, indicato dallo stesso Berlusconi, Ugo Cappellacci.

Dalla Maddalena all’Aquila
A pochi mesi dall’inizio del G8, il terremoto del 6 aprile in Abruzzo determina una drammatica e definitiva svolta. Il G8 sarebbe stato spostato all’Aquila risparmiando, secondo Berlusconi, 220 milioni che potevano andare agli aiuti. La notizia provoca l’immediata reazione del sindaco della Maddalena Angelo Comiti: «Ora qualcuno dovrà vedersela con la Corte dei Conti». «La Repubblica» (25 aprile) informa che, secondo Bertolaso, in Sardegna solo la sicurezza sarebbe costata 118 milioni e che a L’Aquila si sarebbero spesi tra i 10 e i 30 milioni. La proposta del Governo, sulla spinta della commozione, riceve consensi internazionali. Il premier assicura però che le opere in Sardegna non sarebbero rimaste incompiute, che la regione non avrebbe subito danni per lo spostamento di sede e che non si sarebbe mancata l’occasione per rilanciare le economie del territorio.

I conti non tornano
È ancora «La Repubblica» (9 maggio) a riportare l’attenzione sul sito sardo per cui, a conti fatti, i risparmi previsti dal Governo non si sarebbero realizzati. Gli edifici in costruzione nell’isola intanto erano ormai completati e «Il Corriere» (22 giugno) riporta: «Le strutture costruite per i Grandi sono già pronte. C’è anche la suite della Clinton con vasca doppia». Nello stesso servizio Boeri (che nel frattempo aveva continuato a lavorare ai progetti) si dichiara scioccato per il cambio di sede: «Per noi, per le 1.600 persone che qui hanno lavorato 24 ore su 24 da un anno a questa parte. Dopo la trasferta del G8 ci sono stati tolti i 50 milioni necessari a completare il progetto». Il servizio precisava che intanto la cifra stanziata dalla Regione era salita a 327 milioni, comprensiva dell’imprevista bonifica dall’amianto trovato nel terreno e dalle scorie sui fondali. Nei giorni precedenti (14 giugno), sempre «Il Corriere» riporta una dichiarazione di Emma Marcegaglia: «Centro congressi alla Maddalena? Per noi un danno». L’imprenditrice, con altri cinque soci, si era aggiudicata un appalto internazionale per la gestione di una delle strutture realizzate per il G8, l’Arsenale. In un’inchiesta condotta sempre da Gatti per «L’Espresso» (11 marzo 2010) si apprenderà che La Mita Resort srl, di cui Marcegaglia è capo del consiglio di amministrazione, era stata l’unica ammessa alla gara e che il contratto di concessione per la gestione del centro conferenze ammontava a 60.000 euro l’anno per 30 anni, più 10 d’indennizzo per l’evento mancato e ciò sarebbe stato quanto avrebbe incassato la Regione «per una struttura di 155.000 mq con dentro un hotel nuovo e arredato, centri conferenze, 600 posti barca… tutto questo al fantastico canone d’affitto mensile di 3 centesimi al metro quadro». Secondo lo stesso articolo, la struttura era costata 254 milioni dello Stato e della Regione Sardegna e, per reintegrare le spese col canone d’affitto, al netto di oneri finanziari e deperimento delle strutture, sarebbero serviti 3.333 anni!
Intanto il 7 ottobre 2009 Rem Koolhaas (incaricato a gennaio 2008 con affidamento diretto dall’Azienda regionale per l’Edilizia abitativa del masterplan per la riqualificazione del quartiere Sant’Elia di Cagliari) era intervenuto sul «Corriere» con un articolo, rifiutato da «Domus», in difesa di Boeri: «Per il G8, Boeri ha dovuto creare alla velocità della luce il palcoscenico per una conferenza concepita da un governatore, Soru e da un primo ministro, Prodi, entrambi di centro-sinistra, ma poi utilizzato da una figura complessa come quella di Berlusconi. […] Amalgamando nuove architetture con spazi e muri preesistenti, il progetto di Boeri utilizza il rigore militare degli antichi edifici dell’Arsenale per sostenere la vacillante democrazia del tempo presente. La pur breve storia di questo progetto ha visto una corsa testa a testa tra la determinazione dell’architetto nel voler creare un’architettura sobria e contemporanea per la politica e le farsesche manipolazioni della committenza».

Maddalena flop
«La Repubblica» (28 gennaio 2010) esce con un’inchiesta sulle opere realizzate alla Maddalena: «Il flop della Maddalena dal G8 all’abbandono: soffitti crollati, cavi a vista e infiltrazioni d’acqua. 300 milioni buttati, zero posti di lavoro. Vuoti due hotel a cinque stelle, nessuno li vuole. Uno è costato 742.000 euro a stanza». Dall’inchiesta, anche videodocumentata, emerge lo stato di abbandono e degrado dei principali edifici a neppure un anno dal completamento. Uno di questi è l’ex ospedale militare, riconvertito in complesso alberghiero, il cui sviluppo del progetto preliminare redatto dalla Struttura di missione del G8 era stato affidato, sempre in forma diretta, a Archea Associati, lo studio di Marco Casamonti (menzionato nel concorso per il Betile). Si tratta dello stesso albergo privo di accesso al mare per la mancata costruzione del sottopasso.
Il 2 febbraio, Bertolaso effettua un sopralluogo assieme alla stampa negli edifici di cui «Repubblica aveva denunciato il degrado e afferma: «Certo, ci sono un po’ di cose da sistemare». Lo stesso giorno, «Il Giornale», affermando che alla Maddalena una delle prime chance di rilancio potrebbe essere l’organizzazione della Louis Vuitton Cup, riporta una dichiarazione di Bertolaso secondo cui le «strutture realizzate sull’isola per il G8 non sono in abbandono, e che “è stata fatta la più grande bonifica di sempre”».

La parola ai giudici
Il 10 febbraio scoppia la bufera giudiziaria. Bertolaso, indagato per corruzione, afferma di voler rimettere tutti i suoi incarichi. Le indagini si estendono a tutte le opere per i grandi eventi come quelle per i 150 anni dell’Unità d’Italia o per i grandi musei e i grandi teatri d’opera, accomunate dalla gestione in emergenza e dal ricorso incondizionato all’appalto integrato (cfr. «Il Giornale dell’Architettura», n. 82, marzo 2010). Berlusconi dichiara che avrebbe respinto le dimissioni di Bertolaso il quale, oggi, è ancora a capo della Protezione civile. L’8 marzo «Il Corriere» pubblica un’intervista a Boeri il quale, riferendosi a Balducci, afferma che: «Era lui alla Maddalena che controllava ogni cosa. I costi lievitati del 57%. Abbiamo lavorato in cinquanta per meno di 100.000 euro al mese, e oggi avendo pagato tutte le spese e aspettando il saldo finale, sono in rosso. Per me rischia di essere una piccola catastrofe economica. Solo la prima parte del progetto è stata elaborata assieme ai tecnici della Protezione civile. Poi è subentrata l’Unità tecnica di missione. Loro erano sia stazione appaltante che coordinatori. La Protezione civile come la conosciamo noi non si è occupata del coordinamento dei cantieri del G8». Boeri ha pubblicato la sua ricostruzione dei fatti sul blog di «Abitare», la rivista da lui diretta (cfr. box) e poi, con una «sequenza incalzante di immagini» di noti fotografi, in Effetto Maddalena (Rizzoli, marzo 2010), libro che illustra l’intero intervento in «presa diretta». Gli edifici destinati al G8 hanno ospitato due manifestazioni: l’incontro bilaterale Italia-Spagna (12 e 13 settembre 2009), durante il quale furono inaugurate le strutture del centro congressuale, e la Louis Vuitton Cup (maggio 2010), che Cappellacci intende confermare per i prossimi due anni poiché si è trattato di un evento superiore al G8 quanto a ritorno d’immagine.
Dell’inchiesta sul G8 e sugli appalti, non ancora conclusa, si possono seguire gli sviluppi quasi quotidianamente. I magistrati avranno il compito di stabilire responsabilità e pene per un intreccio di proporzioni sempre più grandi.

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Last modified: 14 Luglio 2015