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Silvia MazzaWritten by: Città e Territorio

Messina: rebus palacultura

Messina. Nella città che attende da oltre trent’anni la «nuova» sede del Museo regionale, lasciando pure sulla carta un progetto di Carlo Scarpa, ci sono voluti 36 anni per vedere inaugurato l’edificio che doveva essere un «centro di cultura polifunzionale» e che invece a tutt’oggi è oggetto di discussione sulla destinazione d’uso dei suoi spazi. Di certo sembra esserci solo la beffa di essere la brutta copia di una pietra miliare dell’architettura brutalista, considerata tuttavia dal sito «VirtualTourist» l’edificio più brutto del mondo e che di recente si è pensato pure di demolire: la City Hall di Boston (1963-1968, progettata dallo studio Kallmann, McKinnell e Knowles).
L’inaugurazione del Palacultura è avvenuta il 12 febbraio scorso, in occasione della presentazione del progetto del Ponte sullo Stretto. Poi, fatta qualche eccezione, le porte sono state serrate in attesa del collaudo, tra una sessantina di giorni, a cui seguirà l’apertura definitiva, sembra a luglio. L’edificio è costituito da tre corpi di fabbrica che ospitano un auditorium da 800 posti con quattro ordini di palchi, fossa per l’orchestra, cabine di regia e salette per la traduzione simultanea, tre piani di uffici da 750 mq l’uno, due sale conferenze, una biblioteca, un archivio storico, e un anfiteatro da 250 posti sulla terrazza con vista mozzafiato sullo Stretto.
La storia di quella che poteva essere un’ennesima incompiuta ebbe inizio nel 1975 con un concorso nazionale vinto dagli architetti Gaspare De Fiore e Fabio Basile insieme all’ingegner Aldo D’Amore, che nel 1978 assumono la progettazione definitiva, suddivisa in due lotti. Il primo, appaltato nell’autunno del 1981, subì lo stop ai lavori dopo pochi mesi, per l’affiorare di reperti d’epoca romana. Si riprese nel 1983, ma nel 1985 il Comune rescisse il contratto. L’appalto definitivo è del 2004 per un costo finale di 15,77 milioni. Si arriva così al completamento dei lavori a metà dell’anno scorso, quando l’edificio viene ridenominato PalAntonello, in omaggio al pittore rinascimentale originario di Messina. Intanto, in ottobre, il bando europeo per l’affidamento in gestione è andato deserto. Il modello auspicato avrebbe dovuto garantire l’internazionalizzazione dell’immagine di Messina attraverso circuiti culturali di primaria importanza.
Uno dei probabili motivi del flop è la mancanza di parcheggi: ne sono previsti appena trenta per il personale interno, senza alternative nelle vicinanze. Ridimensionata la vocazione internazionale, sembrano prendere quota le proposte di ospitare al suo interno il Museo del Mare con i reperti dell’area dello Stretto e la Galleria d’Arte moderna, al fine di collocare il patrimonio di opere d’arte di Comune, Università e Provincia. Se sarà invece perseguita l’opzione di trasferirvi alcuni assessorati comunali e il dipartimento Urbanistica, «il palazzo della cultura» sarebbe svilito a dépendance del Municipio. Proprio come l’omologo di Boston, insomma.

Autore

  • Silvia Mazza

    Storica dell’arte e giornalista, scrive su “Il Giornale dell’Arte”, “Il Giornale dell’Architettura” e “The Art Newspaper”. Le sue inchieste sono state citate dal “Corriere della Sera” e dal compianto Folco Quilici nel suo ultimo libro Tutt'attorno la Sicilia: Un'avventura di mare (Utet, Torino 2017). Dal 2019 collabora col MART di Rovereto e dallo stesso anno ha iniziato a scrivere per il quotidiano “La Sicilia”. Dal 2006 al 2012 è stata corrispondente per il quotidiano “America Oggi” (New Jersey), titolare della rubrica di “Arte e Cultura” del magazine domenicale “Oggi 7”. Con un diploma di Specializzazione in Storia dell’Arte Medievale e Moderna, ha una formazione specifica nel campo della conservazione del patrimonio culturale. Ha collaborato con il Centro regionale per la progettazione e il restauro di Palermo al progetto europeo “Noè” (Carta tematica di rischio vulcanico della Regione Sicilia) e alla “Carta del rischio del patrimonio culturale”. Autrice di saggi, in particolare, sull’arte e l’architettura medievale, e sulla scultura dal Rinascimento al Barocco, ha partecipato a convegni su temi d’arte, sul recupero e la ridestinazione del patrimonio architettonico-urbanistico e ideato conferenze e dibattiti, organizzati con Legambiente e Italia Nostra, sulle criticità dei beni culturali “a statuto speciale”, di cui è profonda conoscitrice.

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Last modified: 17 Luglio 2015