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Written by: Inchieste

Concorsi in Italia. La parola a Nuccio Barillà

Consigliere comunale di Reggio Calabria e direttivo nazionale Legambiente. Attraverso i concorsi, gli enti pubblici hanno perseguito non solo politiche territoriali ma anche di autopromozione. Sul totale dei concorsi banditi nell’ultimo decennio, un elevato numero è rimasto sulla carta. Attraverso la Sua esperienza, quali potrebbero essere gli interventi per rendere effettiva la concatenazione tra bando, assegnazione dell’incarico ai vincitori, realizzazione dell’opera?
Fa parte della mia visione culturale e amministrativa la profonda convinzione che i concorsi di progettazione possano rappresentare lo strumento più efficace per garantire ed elevare, da una parte, la democrazia creativa e partecipativa, dall’altra la qualità delle opere pubbliche.
Nel corso della mia esperienza di assessore comunale alle Politiche ambientali, nella stagione esaltante e innovativa della «primavera di Reggio», ho avuto modo di condividere l’investimento convinto nella sperimentazione concreta dello strumento concorsuale. In particolare ho seguito l’evoluzione del bando relativo al parco ludico-tecnologico Ecolandia – realizzato ma oggi abbandonato per problemi di gestione – e il concorso internazionale d’idee per il parco urbano della collina di Pentimele – rimasto invece sulla carta dopo il cambio di amministrazione. Sul più recente concorso di progettazione relativo al ridisegno del waterfront – concluso con l’incoronazione del progetto di Zaha Hadid – ha pesato, invece, un grave «difetto d’origine». Riguarda il metodo inaccettabile perseguito dall’attuale amministrazione comunale, che ha chiamato i progettisti in gara a dare forma a scelte di dettaglio già fissate e a misurarsi in relazione a opere prestabilite dalla Giunta senza che vi fosse il sostegno di linee d’indirizzo scaturite dalla riflessione preliminare del Consiglio comunale e dall’ascolto della cittadinanza. Infine – altro grave vulnus – a valutare gli elaborati è stata una giuria inadeguata rispetto alla valenza del concorso.
Per non svilire l’uso dello strumento concorsuale o, comunque, evitare che essi siano solo «specchietto per le allodole» e «tavole d’illusione», occorre scegliere giurie di livello elevato e competenze sganciate da interessi di cartelli professionali, assicurarsi preventivamente che la strumentazione urbanistica sia adeguata o resa compatibile con l’idea che si vuole realizzare, senza che questa implichi una deroga e che la scelta concorsuale sia sostenuta da una deliberazione di indirizzo consiliare, affinché resti in piedi anche nel caso di cambio di esecutivo. È fondamentale infine che vi sia una precisa indicazione finanziaria, come supporto, già a monte.

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Last modified: 17 Luglio 2015