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Milena FarinaWritten by: Inchieste

«Qualità Italia» tra luci e ombre

Sta per concludersi la seconda edizione del programma «Qualità Italia», lanciato nel 2007 dal ministero dei Beni culturali d’intesa con quello dello Sviluppo economico nell’ambito del progetto «Sensi contemporanei» per la promozione dell’arte contemporanea e la valorizzazione di contesti architettonici e urbanistici nelle regioni del Sud. A distanza di 3 anni sono stati espletati 13 concorsi di progettazione in altrettanti siti di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia per un importo lavori complessivo di 39 milioni e circa 600.000 euro di premi già assegnati.
Siamo infatti alle battute finali di un programma che si è articolato in diverse fasi, a partire dalla selezione di una serie di opere pubbliche da progettare tramite concorso con il supporto tecnico-scientifico della Pabaac (ex Parc) e un finanziamento di 100.000 euro per la stesura e gestione dei bandi a favore di quelle pubbliche amministrazioni in grado di proporre interventi già programmati e finanziati, nello spirito di un’iniziativa finalizzata a creare occasioni concrete per l’architettura di qualità. Nella selezione degli interventi si è privilegiata la rilevanza urbana e paesaggistica dei temi, legati a contesti particolarmente sensibili rispetto ai quali l’architettura contemporanea era chiamata a stabilire un dialogo: riqualificazione di spazi pubblici (piazze, parchi, giardini, waterfront), nuovi ambiti per la cultura (due biblioteche, un museo, un centro di produzione per cinema digitale, spazi multifunzionali), due edifici scolastici, un centro intermodale, ma anche interventi a scala più ampia di ristrutturazione urbanistica in aree del centro storico che prevedevano, oltre alla riqualificazione degli spazi aperti, nuove funzioni per innescare processi di rivitalizzazione economica e sociale o per risolvere problemi di mobilità e di accesso turistico.
Nella prima edizione, le grandi ambizioni del programma avevano inizialmente dovuto registrare la contestazione dei bandi, mossa dall’Ordine degli architetti di Campobasso attraverso un’istanza per la verifica della garanzia dell’anonimato presentata all’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. I bandi contestati prevedevano infatti in fase di preselezione la presentazione di un curriculum insieme a una prima idea progettuale, che poteva rendere riconoscibile alla giuria il gruppo scelto nella seconda fase, anonima. A seguito del parere negativo dell’Autorità di vigilanza, la stessa Parc, che pure come previsto aveva fornito il supporto tecnico-scientifico per la redazione dei bandi, consigliò alle amministrazioni di annullare i concorsi, a selezione dei gruppi già avvenuta. Dopo questa deludente vicenda, che ha causato sfiducia nell’iniziativa e comprensibili proteste tra i partecipanti (oltre alle richieste di risarcimento da parte dei gruppi selezionati), il programma è ripartito bandendo nuovi concorsi in fase unica, con selezione a monte data dalla richiesta di una serie di requisiti tecnico-economici. Nel seguire fedelmente le indicazioni del nuovo Codice degli appalti (cfr. l’articolo di Francesco Garofalo), allo scopo di evitare altre contestazioni, si sono privilegiati i criteri quantitativi nel considerare l’esperienza progettuale, tradendo così gli intenti di un programma nato anche per dare occasioni professionali a progettisti di nicchia. Le richieste risultano infatti assai restrittive rispetto all’entità delle opere da progettare e i partecipanti si sono visti costretti a mettere in piedi gruppi molto articolati per raggiungere i requisiti. Queste regole hanno portato alla partecipazione di soli 121 gruppi alla prima edizione (contro le 564 candidature dei bandi annullati), e di 152 alla seconda (escluso il concorso di Pantelleria) tra i quali molti sono i nomi che ricorrono.
Per il resto, il giudizio sui bandi è positivo: redatti con cura, anche se non sempre la documentazione fornita è stata esauriente, e con premi adeguati all’impegno richiesto. Quanto alle giurie, si è tentato di evitare una loro composizione troppo localistica attraverso l’inclusione di qualificati membri esterni.
Il Comune di Olivadi (Catanzaro) si è mostrato il più efficiente nella fase successiva al concorso, affidando l’incarico al vincitore la scorsa estate e aggiudicando a ottobre la gara per la realizzazione del centro culturale con annessa biblioteca-mediateca.
L’avvio della procedura negoziata per l’affidamento degli incarichi nelle altre aree fa ben sperare per la concretizzazione dei risultati, anche se i fondi a disposizione sembrano in molti casi insufficienti per la realizzazione delle opere così come concepite dai vincitori.
I progetti premiati mostrano sensibilità nell’inserimento delle nuove volumetrie e rigore nelle scelte formali, con risultati particolarmente apprezzabili nei casi di Olivadi, Matera e Magliano de’ Marsi. Nessun premio è stato invece assegnato a Mola di Bari per l’ambizioso progetto di una «Cinecittà digitale» del Mediterraneo da realizzarsi sul litorale. Le prossime iniziative del programma prevedono, oltre a mostre, premiazioni e pubblicazioni dei cataloghi da parte degli enti locali, una grande esposizione a Roma in autunno e un workshop nazionale di bilancio dell’iniziativa rivolto a tutti gli attori coinvolti. Sarà poi assegnato il premio giovani tra tutti i progettisti under 40 che hanno partecipato alle due edizioni. www.sensicontemporanei.it/qi

Autore

  • Milena Farina

    Nata a Roma (1977), si laurea nel 2002 all’Università di Roma Tre, dove è Professoressa associata di Composizione architettonica e urbana presso il Dipartimento di Architettura. Nella sua attività di ricerca si occupa in special modo dello spazio dell’abitare nella città moderna e contemporanea. È autrice dei libri “Spazi e figure dell’abitare. Il progetto della residenza contemporanea in Olanda” (Quodlibet 2012), “Borgate romane. Storia e forma urbana” (Libria, 2017), Colonie estive su due mari. Rovine, progetto e restauro del moderno (GBE, 2021). Nel 2008 ha fondato con Mariella Annese lo studio Factory Architettura. Dal 2004 collabora con “Il Giornale dell’Architettura”

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Last modified: 18 Aprile 2016