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Caterina CardamoneWritten by: Design

Arte e design, l’unione fa la forza

Bruxelles. Sono stati assegnati il 19 gennaio, su iniziativa di Design Vlaanderen, gli Henry van de Velde Awards and Labels per il 2009. Il contesto di questa xvi edizione del premio (ospitata per il secondo anno consecutivo presso la sede del parlamento della comunità fiamminga) è ancora più istituzionalizzato; evidenti sono le ricadute per l’economia fiamminga di un design di qualità, come sottolinea esplicitamente il direttore di Design Vlaanderen, Johan Valcke; evidente è quindi l’interesse da parte delle istituzioni a promuovere un prodotto nazionale.
I principali riconoscimenti vanno tuttavia a due personaggi che poco concedono alla logica della produzione industriale: la ricerca nell’ambito dei tessuti di Martine Gyselbrecht (premio alla carriera) implica solo incidentalmente una ricaduta produttiva; si tratta piuttosto di un percorso artistico supportato da una profonda conoscenza e controllo delle tecniche, un’indagine originale sulle possibilità dei materiali (esclusivamente naturali all’inizio del percorso, negli anni settanta, poi anche sintetici dalla fine degli anni ottanta) combinati con spregiudicatezza.
Le creazioni di gioielleria di Jorge Manilla Navarrete (messicano di nascita, fiammingo per studi, che riceve il riconoscimento come giovane talento) non concedono nulla al godimento estetico di un eventuale pubblico; possono risultare addirittura ripugnanti nella combinazione di materiali preziosi e organici (frammenti di ossa, capelli); vengono piuttosto intesi come narrazioni in un continuo intreccio di amore, morte, mito e religione, di matrice centro-americana – seppure le collezioni più recenti giungano a una maggiore calma e chiarezza espressive.
Di tutt’altro genere l’attribuzione del premio per la migliore ditta (Drisag) e dei labels (istituiti nel 2006), più attenti agli aspetti innovativi nell’ambito esclusivo della produzione industriale che abbia un legame con la regione geografica. Vengono premiati quest’anno i paraventi Buzziscreen di Tecnospace (cui spetta anche l’award eco-design per il prodotto già in commercio, attribuito da Ovam), la «cosmolite luggage» di Samsonite (su disegno di Erik Sijmons), la lampada Disk di Tossb, il vasino Donut di Hoppop, il Freecom Mobile Drive (di Sylvain Willenz), il faro orientabile Geena di Tal, la collezione di rivestimenti murali Maison 01 di Arte, il trituratore di rifiuti organici Neo di Eliet, le sedute Oasis di Drisag, la tavola Philink di Ahrend, il radiatore Play creato da Jaga e per finire la lente per diamanti Triplet Hawk per Swiss-Axe.

Autore

  • Caterina Cardamone

    Nata a Catanzaro nel 1970, si laurea in Architettura all'Università di Firenze nel 1996, dove nel 2002 consegue il Dottorato di ricerca in Storia dell’architettura, con una tesi sulla ricezione dell’architettura antica e rinascimentale negli scritti di Josef Frank, protagonista del moderno viennese, e continua a occuparsi del tema (ha curato il volume "Josef Frank, L'architettura religiosa di Leon Battista Alberti", Electa 2018). Un ulteriore e più recente ambito di interesse è dato dai passaggi tecnico costruttivi nella trattatistica italiana del Rinascimento. È corrispondente del «Giornale dell’Architettura» dal 2007 ed è stata docente a contratto all’Université Catholique di Louvain-la-Neuve (Belgio) dal 2011 al 2016

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Last modified: 17 Luglio 2015