Densità e intensità urbana, contro lo spreco di suolo e contro l«auto-mobilità» privata inquinante e intasante; rigenerazione, rivitalizzazione o colonizzazione come temi progettuali delle aree di concorso, in molti casi individuate in veri e propri buchi neri dentro e ai margini delle città. Questi gli obiettivi (chiari) e le parole dordine (suggestive più che descrittive) della decima edizione di Europan, i cui esiti sono stati annunciati il 18 gennaio e verranno dibattuti a Neuchâtel (Svizzera) il 28 e 29 maggio nellormai consueto forum delle città partecipanti al programma, con la presentazione di vincitori e premiati. E la vicinanza di Neuchâtel alla culla corbusieriana di La Chaux-de-Fonds non potrà che amplificare la contrapposizione del programma ai grandi spazi aperti della città modernista. Troppo generici, secondo il bando, per creare qualità urbana e troppo dispersivi per risparmiare suoli agricoli (la salvaguardia della terra coltivabile e la coltivazione urbana sono temi che questa edizione echeggia sia nel programma che nelle risposte progettuali). Proprio la qualità urbana è la condizione finale che i concorrenti hanno dovuto provare di saper raggiungere, rigenerando-rivitalizzando-colonizzando a seconda dei siti. Operazioni che sono servite per classificare in tre gruppi i 62 siti dei 19 paesi partecipanti, a loro volta suddivisi in sottogruppi identificati con largo uso di metafore (agopuntura urbana e poli magnetici le più spericolate). Due, invece, i temi concreti di dibattito: se i nuovi quartieri possano coniugare intensità e sostenibilità e quale sia laltezza giusta per i nuovi edifici delle città europee. I risultati sembrano aver premiato la scelta dei luoghi più che gli sforzi tassonomici. La qualità dei progetti premiati pare ottima (età media dei concorrenti 31 anni), mentre è difficile distinguere tra quelli su siti da «rigenerare», da «rivitalizzare» o da «colonizzare» (questultimo termine inteso nellaccezione latina di produzione di suolo agricolo).
Gli italiani hanno vinto più di tutti: ben 28 i gruppi premiati o segnalati, spesso giovanissimi che dimostrano una grande vitalità, interessante da leggere in controluce al dibattito sulla crisi della nostra università. Uno solo il sito che lItalia ha messo a disposizione: il quartiere Begato, alla periferia nord-ovest di Genova, sicuramente tra i più degradati di tutta questa decima edizione. Tra i 41 progetti presentati, la giuria italo-svizzera (frutto del partenariato tra i due paesi che ha caratterizzato questa edizione, e che spiega il successo di gruppi italiani su siti elvetici) ha assegnato una segnalazione a un gruppo spagnolo e tre menzioni, di cui una a un gruppo olandese. Il primo premio è andato al progetto di Daniele Cappelletti, con Davide Busan, Pietro Vincenzo Ambrosini e Karol Konrad Czarzasty, di cui è risultata vincente lidea di concentrarsi sulla riqualificazione e il riutilizzo integrale delle monumentali stecche residenziali esistenti, le cosiddette dighe di Begato, mentre nella vicina area Miralanza la nuova fermata ferroviaria diventa garanzia di una nuova centralità, segnalata da un grande portale che regge la scala del quartiere. Per quanto riguarda gli sviluppi possibili, il Comune si riserva di guidare uno studio di fattibilità a partire dalla cinquina dei progetti premiati. www.europan-europe.com
Articoli recenti
- Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio a Venezia: iscrizioni aperte 16 Ottobre 2025
- In tempi di crisi, ci salverà l’urbanistica analogica 15 Ottobre 2025
- De Carlo 20. La sfida dei Collegi: conservare innovando 15 Ottobre 2025
- De Carlo 20. Urbino, dove la Pineta ferma la città 15 Ottobre 2025
- De Carlo 20. La Data, apertura senza enfasi per un luogo senza fine 15 Ottobre 2025
- Aga Khan Award 2025, vincono le forme per le comunità 14 Ottobre 2025
- De Carlo 20. L’utopia di Terni: partecipata e incompiuta 14 Ottobre 2025
- De Carlo 20. Bordighera, la vacanza democratica dei milanesi 13 Ottobre 2025
- Dedalo Minosse, quanti premi alla miglior committenza 12 Ottobre 2025
- Patrimoni a rischio: gli spazi sacri di Juha Leiviskä 11 Ottobre 2025
- Chemnitz, le forme del suono nella capitale della cultura 8 Ottobre 2025
- Archivi e cultura di progetto: così rivive il mercato del QT8 8 Ottobre 2025
- Ri_visitati. Red Brick Art Museum: mattoni e natura a Pechino 7 Ottobre 2025
- Dentro la natura 7 Ottobre 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. a The Architectural Post, editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A., oggi Società Editrice Allemandi a r.l.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata