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Written by: Progetti

Il Maxxi val ben 37 centri civici?

Il Maxxi è costato 150 milioni (frequenza prevista 300.000 visitatori annui); il municipio di Fiumicino, progettato da Alessandro Anselmi, è costato 4,1 milioni; la biblioteca comunale Morante è frequentata da 3.000 utenti alla settimana e 150.000 all’anno.
Un amministratore, anzi, un’intera classe politica che avesse avuto a cuore il bene culturale e il rilancio economico della propria città, nonché del paese di cui è capitale, con gli stessi investimenti per il Maxxi avrebbe potuto costruire 37 (trentasette!) centri civici che usando a confronto, forse in maniera demagogicamente forzata, il dato della frequenza della biblioteca Morante, avrebbero potuto avere una frequenza annuale di 5,5 milioni di persone, cioè disponibili per un bacino di utenti ben superiore ai 2,8 milioni (più 150.000 immigrati) abitanti di Roma.
Nella Roma rinascimentale e barocca, concentrata nell’ansa del Tevere, ogni cinquanta metri si incontra un’architettura di Borromini o di Della Porta o del Sangallo ecc. Affidati i nostri 37 centri civici oppure sportivi oppure culturali a 37 firme di valore dell’architettura internazionale (non sarebbe sufficiente un’annata intera di «Casabella» per rintracciarne tanti) con budget congruenti e soprattutto moralmente, eticamente e politicamente giusti perché corretti dal lato economico (che non è mai stato né può essere un limite alla qualità poetica del lavoro di un architetto, come dimostra l’opera del valoroso Anselmi pubblicato sulle riviste internazionali di settore), ci ritroveremmo ad abitare in una nuova ansa del Tevere coincidente con il Grande raccordo anulare. In ciascuno dei venti Municipi ci sarebbe un capolavoro di architettura contemporanea che avrebbe attirato turismo anche in periferia e, con buona pace di Margherita Guccione direttore del Maxxi Architettura, Roma avrebbe avuto il suo meraviglioso museo di architettura del XXI secolo, ma all’aperto, luoghi straordinari dove poter accompagnare e formare generazioni di studenti di architettura per mostrare loro gli edifici presenti nell’esistenza quotidiana degli abitanti di un’intera città.
Tutto questo accade sicuramente in un futuro parallelo. Nel presente ci ritroviamo con un’unica «scultura urbana» disponibile all’ansiogeno scatto fotografico del cellulare del turista come già accade per il suo antipolo sulla Flaminia, quell’altare della Patria di cui ripete 100 anni dopo tanti difetti; allora il mito era un altro oggi è quello dell’Arte. Intanto nel nostro Municipio c’è il bibliobus itinerante. Grazie tante.

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Last modified: 17 Luglio 2015