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Michele RodaWritten by: Professione e Formazione

Como: il muro cade, le polemiche restano

A cento giorni dallo scandalo del muro oscura-lago, la città lombarda cerca una via d’uscita dalla grottesca vicenda che l’ha portata alla ribalta delle cronache nazionali e non solo. Nell’ambito del cantiere per un complesso sistema di protezione idraulica del fronte lago dalle esondazioni (cfr. «Il Giornale dell’Architettura», maggio 2008) è stato realizzato, in variante al progetto approvato, un muro in cemento armato alto fino a 2 m che preclude la vista lago dalla passeggiata e dalla strada. Amministrazione comunale (che sulla questione ha traballato non poco), Provincia e Regione Lombardia – complici le scadenze elettorali di marzo – hanno annunciato a fine novembre di aver trovato un accordo politico. Con un costo aggiuntivo di oltre 2 milioni (su un totale lavori di circa 15), la struttura verrà demolita e sostituita, per un tratto di marciapiede di 700 m, con paratie mobili in parte automatiche e in parte manuali. L’approvazione dell’ennesima variante è prevista per febbraio, quindi l’inizio dei lavori. Ma l’affannosa ricerca di una soluzione non placa le polemiche. I motivi che hanno spinto alla scelta, assurda dal punto di vista del rapporto città-lago, sembrano essere stati sia tecnici (una paratia fissa «funziona» meglio di una mobile) che economici. In realtà, una convincente spiegazione da parte del Comune non è mai arrivata: di qui i sentimenti di perplessità e sfiducia nutriti da gran parte della cittadinanza. I rendering diffusi insieme all’accordo sul progetto di variante hanno già ricevuto una prima bocciatura da parte della Soprintendenza milanese che ha sottolineato come tutto l’intervento andrebbe rivisto, valorizzando il lungolago e tutelando le visuali. Inoltre, i disegni non chiariscono nulla rispetto all’arredo urbano della passeggiata. «Per questo faremo un concorso internazionale d’idee», ha spiegato il governatore lombardo Formigoni. Nessun dettaglio, però; ci sarà da attendere l’estate quando il muro sul lago non ci sarà più.

Autore

  • Michele Roda

    Nato nel 1978, vive e lavora a Como di cui apprezza la qualità del paesaggio, la tradizione del Moderno (anche quella svizzera, appena al di là di uno strano confine che resiste) e, soprattutto, la locale squadra di calcio (ma solo perché gioca le partite in uno stadio-capolavoro all’architettura novecentesca). Unisce l’attività professionale (dal 2005) come libero professionista e socio di una società di ingegneria (prevalentemente in Lombardia sui temi dell’housing sociale, dell’edilizia scolastica e della progettazione urbana) a un’intensa attività pubblicistica. È giornalista free-lance, racconta le tante implicazioni dei “fatti architettonici” su riviste e giornali di settore (su carta e on-line) e pubblica libri sui temi del progetto. Si tiene aggiornato svolgendo attività didattica e di ricerca al Politecnico di Milano (dove si è laureato in Architettura nel 2003), confrontandosi soprattutto con studenti internazionali. Così ha dovuto imparare (un po’) l’inglese, cosa che si rivela utilissima nei viaggi che fa, insieme anche alla figlia Matilde, alla ricerca delle mille dimensioni del nostro piccolo mondo globale

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Last modified: 17 Luglio 2015