A oltre trentanni dalladozione della Raccomandazione sulla salvaguardia e il ruolo contemporaneo delle aree storiche adottata a Nairobi nel 1976, lUnesco si appresta ad approvare una nuova carta sulla conservazione del paesaggio storico urbano, la cui struttura verrà discussa a metà ottobre dalla conferenza generale degli stati membri convocata a Parigi. LUnesco, sotto impulso della sua comunità a custodia del Patrimonio mondiale, ha voluto tornare a porre la questione urbana al centro della propria azione. Negli anni passati ha infatti osservato con occhio attento interventi grandiosi e discutibili: dal ponte sullElba a Dresda ai «cetrioli» che incombono sulla torre di Londra, dalle torri che mettono in ombra le guglie della cattedrale di Colonia al ciclopico grattacielo Gazprom a San Pietroburgo, dal nero alieno del Centro di documentazione e di ricerca Ahmed Baba allingresso del dedalo di terra cruda di Timbuktu alle forme maldestre dei nuovi controversi edifici immaginati a Macao, a Istanbul o in molti centri dellAmerica Latina.
Negli anni, anche altri consessi internazionali come UN-Habitat o la Banca mondiale si sono cimentati nel tracciare criteri e codici dazione per fronteggiare lo stesso problema. E se alcuni dei concetti più innovatori sono stati integrati in carte e dichiarazioni o convenzioni approvate nellambito di organismi regionali (come la Convenzione europea del paesaggio adottata dal Consiglio dEuropa nel 2000 o la più recente Dichiarazione dellIcomos sulla conservazione dello spirito del luogo del 2008), è però altrettanto vero che la terminologia e lapproccio finora privilegiati non sono omogenei né applicabili ovunque. Dinanzi ad alterazioni del tessuto urbano che sempre più sovente si associano a un diffuso impoverimento del linguaggio architettonico, in una fase in cui la fatica del costruire sembra dettata più dalle necessità del mercato che non da quelle della comunità, si avverte la crescente necessità di uno strumento universale che sappia proporre in misura coerente e organica principi e norme in materia di conservazione delle città e dellintreccio con il paesaggio in cui sono radicate.
In questi ultimi anni, la riflessione promossa dal Centro del patrimonio mondiale dellUnesco – diretto dallurbanista Francesco Bandarin – anche sulla scorta di decisioni adottate dallo stesso organismo internazionale quale esito di discussioni non sempre unanimi a favore della conservazione di alcuni fra i siti considerati più emblematici del patrimonio comune dellumanità, ha fatto emergere la figura innovativa del paesaggio storico urbano, alla cui protezione è diretto il progetto di nuova raccomandazione oggi in discussione. La sua definizione vuole andare oltre la sola idea di centri storici, per includere anche il più ampio contesto geografico entro cui la città si è nel tempo costruita e modificata; ne estende il significato e i limiti allorganizzazione dello spazio, ai valori sociali e culturali che sono radicati nel vivere urbano, alla percezione visiva e al rapporto tra gli edifici, alla topografia e alla morfologia, e ne integra anche quelle componenti di patrimonio intangibile e di difformità culturale che costituiscono lanima di ogni singolo insediamento.
Il nuovo testo, alla cui redazione si applicheranno gli esperti chiamati a raccolta dallUnesco, in modo da giungere alla possibile adozione definitiva nel 2011, dovrà saper sciogliere i nodi imposti da quelle mutazioni socio-economiche che non rispettino lautenticità e lintegrità delle città storiche e del loro più esteso «paesaggio». Dovrà saper formulare principi che non siano solo enunciati di propositi astratti ma che, nel riconoscere lineluttabilità e la necessità delle trasformazioni continue negli usi e nelle funzioni delle strutture edilizie, sappiano proporre politiche e strategie per una più adeguata e partecipata pianificazione del cambiamento a uso della comunità. In definitiva, la Raccomandazione dovrà predisporre le definizioni di questo concetto e dei valori patrimoniali che esso sottende, ma anche proporre un ampio spettro di strumenti giuridici, tecnici e di pianificazione utili a riconoscere, catalogare e conservare i valori associati al paesaggio storico urbano e, nel contempo, approntare modelli che possano accrescere le capacità e rafforzare le attività di ricerca a favore della conservazione e, infine, consolidare la cooperazione internazionale tra gli stati onde coinvolgere appieno le popolazioni nella salvaguardia delle proprie città.
Nel riflettere simili principi, lUnesco ribadisce la necessità di scartare lidea di conservazione a oltranza, ma di governare le metamorfosi affinché assecondino lo spirito del tessuto storico che le accoglie.
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