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Roberta ChionneWritten by: Inchieste

Prime proposte per l’Abruzzo: sistemi, materiali, tecnologie

Guardando al Perù

Si chiama «SHELLter» l’edificio a forma di guscio costruito in soli 5 giorni da studenti di architettura e cittadini impiegando legno, aste vegetali e terra cruda secondo tecniche costruttive concepite in Perù per le zone altamente sismiche della costa pacifica e degli altopiani andini. La realizzazione è il frutto di un workshop svoltosi dal 22 al 26 giugno a Roccamontepiano (Chieti) organizzato da un gruppo di progettisti dell’Università Roma Tre, coordinato dall’architetto Stefan Pollak del dipartimento di Progettazione e studio dell’architettura (Dipsa). Il successo dell’iniziativa ha incoraggiato i promotori ad avviare un altro workshop sulle diverse tecniche di finitura in terra, calce e materiali affini, utilizzando come supporto il prototipo già realizzato.

Simulare il sisma con la Tavola vibrante
È stato presentato il 20 luglio il progetto «Tavola Vibrante» ideato dalla facoltà di Ingegneria civile dell’Università di Modena e Reggio Emilia per la rilevazione dell’impatto sismico su strutture e infrastrutture civili. Lo studio ha fatto riferimento alle più recenti ricerche in campo sismico e ad alcune realtà già presenti a livello mondiale, migliorando le caratteristiche tecnico-funzionali delle tavole vibranti e mettendo a punto un dispositivo che può calcolare, grazie all’impiego di modelli in scala, qualsiasi effetto dinamico su strutture e infrastrutture civili. Il progetto, il cui costo è stimato in 5,5 milioni di euro, prevede inoltre la realizzazione di un Centro per la sperimentazione sismica in cui la tavola
sarà utilizzata per la didattica e la ricerca del corso di laurea in Ingegneria civile, ponendo le premesse per lo sviluppo di un polo di eccellenza tecnico-scientifica di rilevanza mondiale.

La proposta di Acai
Fra i dati più tragici del terremoto vi è l’elevato numero di decessi causati dal collasso di edifici, anche di recente costruzione. La soluzione che propone l’Associazione fra i costruttori in acciaio italiani aderente a Confindustria, è l’impiego delle travi reticolari autoportanti formate da elementi in acciaio pre-assemblati (tralicci solidarizzati a una piastra di basamento) che, una volta in cantiere, vengono integrati con calcestruzzo. Si tratta di una tecnologia collaudata e alla portata di qualsiasi impresa edile, che continua a essere oggetto di prove di laboratorio presso i più rinomati istituti universitari italiani e permette la costruzione di uno scheletro strutturale in grado di rispondere al meglio alle azioni sismiche.

Autore

  • Roberta Chionne

    Architetta e dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica presso il Politecnico di Torino, collabora dal 2002 con “Il Giornale dell’Architettura”, di cui è redattrice dal 2007 al 2014, responsabile in particolare del settore cultura e degli inserti monografici mensili. Iscritta all'Ordine dei giornalisti, è autrice per centri culturali e riviste tra cui «Nigrizia», «Pagina99», «Cer Magazine» e l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, con cui collabora dal 2001 al 2008 al progetto «Polonia tra passato e futuro», curando la sezione architettura della mostra «Costruttivismo in Polonia» (Bollati Boringhieri, 2005). Dal 2010 si occupa di progetti e autori africani che promuovono i valori della sostenibilità e della creatività, scrivendo articoli e saggi tra cui «Made in Mali - Cheick Diallo designer» (Silvana editoriale, 2011)

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Last modified: 18 Luglio 2015