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Written by: Inchieste

Piano C.A.S.E.: le alternative ci sono

Abbiamo iniziato una ricognizione sulle osservazioni e le proposte avanzate intervistando 3e32 e Collettivo99.

Alessio Di Giannantonio, www. 3e32. com

1) Cosa non funziona nel processo di ricostruzione avviato dal governo?
Quello che non funziona è il punto di vista. Il governo non ha minimamente tenuto in considerazione le esigenze degli abitanti, ma ha piuttosto preferito perseguire i propri fini, mediante una bieca speculazione immobiliare e una gestione decisamente non trasparente delle spese. In Italia pochi sanno che dopo ben 5 mesi dal sisma, i cittadini che sono rimasti in città sono per lo più ancora nelle tendopoli, dove gli anziani muoiono e le condizioni igieniche sono precarie. Nulla è stato fatto per una ricostruzione leggera che avrebbe garantito il ritorno nelle proprie abitazioni di migliaia di persone, nulla per offrire una sistemazione dignitosa temporanea per tutti, nulla per la requisizione delle case sfitte che adesso sono affittate a prezzi esorbitanti, nulla per il puntellamento di edifici di interesse storico e architettonico. Il Piano case e tutta l’emergenza post-sisma rientrano in un progetto criminale, ordito con cinismo e realizzato da aziende in alcuni casi già coinvolte penalmente per mafia. La cosa più triste però è che l’informazione nel nostro paese propone invece una situazione idilliaca nella quale i cittadini sono rientrati nelle case, passeggiano in centro e ricevono case antisismiche al posto dei container. Se la situazione rimarrà tale la città è destinata a un declino inesorabile, sfollata per chissà quanto tempo, spopolata e senza nessuna prospettiva di rilancio economico.

2) Cosa avete fatto o vorreste fare per impostare la ricostruzione su altre basi?
È necessario attivare tutte le procedure utili al superamento della situazione emergenziale di breve periodo resa permanente da governo e Protezione civile, per permettere ai cittadini di tornare a risiedere nel proprio territorio e ricominciare da decisioni partecipate: creare i presupposti per un periodo di transizione in vista della ricostruzione pesante è fondamentale. Noi abbiamo intenzione di attivarci in progetti di autocostruzione e ripristino abitativo. L’idea è quella di creare un progetto pilota, ovvero l’autocostruzione di una sede invernale per continuare la nostra missione di rete di socialità a favore delle realtà rimaste attive in città. Il progetto prevede la connessione sinergica degli enti locali, i soggetti privati, le maestranze costruttive che propongono soluzioni fattibili ed ecologiche, e le realtà solidali che finanziano questo progetto di ricostruzione e rinascita, anche in vista di un futuro intervento diffuso. Per questo abbiamo attivato un’iniziativa di raccolta fondi. Nel frattempo abbiamo già messo in atto una collaborazione con il Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore, un piccolo centro a 15 Km dal centro dell’Aquila.

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Last modified: 18 Luglio 2015