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Written by: Città e Territorio

Ile Seguin, si ricomincia da zero (anzi, da Nouvel)


PARIGI. Il 6 marzo 1999 il quotidiano francese «Le Monde» pubblicava una lettera aperta di Jean Nouvel dal titolo «Boulogne assassina Billancourt». Rivolgendosi al ministro della Cultura dell’epoca e all’allora sindaco di Boulogne Billancourt, cittadina al confine ovest della capitale, l’architetto esprimeva con veemenza la sua disapprovazione alla decisione di demolire le fabbriche della Renault, costruite a inizio Novecento sull’Ile Seguin e dismesse dal 1992. Una demolizione che Nouvel non esitava a definire un «assassinio urbano», un ignobile tentativo di cancellare il passato operaio di Boulogne Billancourt, ormai divenuta una ricca e borghese appendice di Parigi. Lo sdegnato appello suscitò all’epoca violente polemiche, ma non riuscì a impedire la demolizione degli opifici e il lancio di una serie di sfortunate operazioni immobiliari.
Oggi, a dieci anni esatti da quello sdegnato j’accuse, il destino dell’Ile Seguin, ormai ridotta a un terrapieno deserto, s’intreccia nuovamente con quello che è nel frattempo diventato il più celebre degli architetti francesi. A inizio luglio, infatti, Nouvel è stato nominato nuovo architetto e urbanista coordinatore dell’Ile Seguin: sbaragliando altri celebri concorrenti (Jacques Ferrier, Nicolas Michelin, Djamel Klouche, Mvrdv e Rem Koolhaas), Nouvel succede all’urbanista François Grether, che aveva svolto lo stesso ruolo sotto la precedente Municipalità portando avanti una serie di progetti e tentando di ridare un’identità all’isola dopo l’abbandono del progetto di Tadao Ando per la fondazione Pinault, che ha poi scelto Punta della Dogana a Venezia.
L’avvento della nuova Municipalità e l’elezione di Nicolas Sarkozy alla presidenza della repubblica hanno segnato l’inizio di una nuova epoca, l’ennesima, per l’Ile Seguin: molti progetti, di cui alcuni piuttosto avanzati, sono stati bloccati e nuove idee si sono fatte strada. La scelta di Nouvel s’inscrive nel clima di fermento progettuale del Grand Paris, di cui l’Ile Seguin dovrebbe diventare uno dei luoghi emblematici. Infatti, presentando i risultati della consultazione tra dieci saggi per il futuro urbanistico della capitale nell’aprile scorso (cfr. «Il Giornale dell’Architettura », n. 72), Sarkozy aveva espresso il desiderio di vedere il sito trasformato in un’isola «di tutte le arti», inserita in un percorso culturale alla macroscala: non a caso, un’idea proposta proprio da Nouvel nell’ambito della stessa consultazione.
Per il momento non è previsto che Nouvel costruisca sull’isola;anche se, visto il favore di cui gode ultimamente, l’ipotesi non è da escludere. Suo compito sarà soprattutto coordinare le differenti operazioni, mediando tra le esigenze della municipalità e le proposte degli architetti. Tra i programmi attualmente all’ordine del giorno vi sono: un albergo di lusso, una residenza per artisti e ricercatori universitari, un grande auditorium, un centro d’arte contemporanea e un parco di quattro ettari. Quest’ultimo, opera del paesaggista Michel Desvigne, dovrebbe essere il primo a vedere la luce: il sindaco si è infatti impegnato a consegnarlo ai suoi concittadini entro il 2010.
Dopo anni d’incertezze e di progetti abbandonati, c’è da sperare che il carisma di Nouvel permetta di sbloccare la situazione e di sfatare il mito della maledizione dell’Ile Seguin.

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Last modified: 18 Luglio 2015