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Il tempio sotto vetro

Località

: Pozzuoli (Napoli)
Committente: Regione Campania
Realizzazione: giugno 2009
Progetto: Marco Dezzi Bardeschi (coordinamento generale), Gnosis Architettura, Renato De Fusco, Alessandro Castagnaro, Laura Gioeni, Marzia Dezzi Bardeschi, Giampiero Martuscelli (strutture), Domenico Trisciuoglio e Fulvio Capuano (impianti); Consulenti: Alessandra Angeloni (analisi stratigrafica), Mario Bencivenni (teoria e storia del restauro), Giovanni Coppola (archeologia medievale), Sabino Giovannoni (restauro di marmi e affreschi), mons. Ugo Grazioso (liturgista), Giorgio Piccinato (microurbanistica), Furio Sacchi (archeologia classica), Ferdinando Zaccheo (restauro dei monumenti)
Consorzio Concessionario (legge 80/84): Rione Terra Pozzuoli
Impresa: Pacifico Costruzioni e Ing. Sergio Fiore; Faraone Architectural glass fittings (strutture vetrate)

L’incendio della Cattedrale di Pozzuoli prima, e le successive scosse di terremoto che hanno portato alla luce la presenza del tempio di età augustea, hanno prodotto quasi cinquant’anni di tragico abbandono del Rione Terra da parte della sua popolazione. L’intervento di reintegrazione della copertura crollata, affidato a quella che allora era la massima autorità nel settore della progetto museale (Ezio De Felice), chiedeva di trovare il rapporto ottimale tra la necessaria conservazione della chiesa barocca colpita (opera di Cosimo Fanzago) e il riaffiorato tempio pagano. Un po’ per mancanza di fondi, un po’ per le polemiche scaturite, l’impegnativa opera di recupero fu presto abbandonata finché, nel 2003, fu bandito un concorso internazionale in due fasi (con due diverse commissioni giudicatrici) con il quale si richiedeva che le due funzioni di cattedrale e di luogo destinato a turismo archeologico fossero autonome e ben distinte nei modi e nei tempi di fruizione. Per corrispondere alle attese della Chiesa e degli archeologi si è ricorso all’espediente di riportare il piano di calpestio del tempio pagano alla richiesta quota originaria lungo il suo perimetro interno e – al tempo stesso – di garantirne la necessaria continuità per l’uso liturgico, scavando la platea nella sua parte centrale con un piano inclinato che contiene le panche dei fedeli. Occorreva poi chiudere il tempio, ancora «en plein air», con una parete perimetrale che, per non perdere il fascino della piena visibilità e trasparenza tra interno ed esterno, è stata realizzata con grandi superfici vetrate alte quasi undici metri. La struttura verticale di sostegno, sui lati est e ovest (solo all’interno per lasciare la continuità della parete vetrata alla percezione esterna) è in acciaio inox, mentre gli accessori per il fissaggio dei vetri sono in «spider» e «rotules» in acciaio inox AISI 316 a finitura lucida. Le grandi lastre vetrate della facciata sono costituite da tre pareti di vetro glasfin extrachiaro temperato di 15 mm, ciascuna unita da due strati di PVB di spessore 1,52 mm. La facciata principale è sostenuta all’interno da alette ortogonali pure in etro di 60 cm opportunamente sagomate e satinate a riprendere il profilo delle colonne mancanti, per evocare la percezione volumetrica perduta.

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Last modified: 18 Luglio 2015