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Alessandro ColomboWritten by: Progetti

«A Pietro il Grande sarebbe piaciuto»

AMSTERDAM. Il professor Michail Piotrovskij, direttore del Museo di Stato di San Pietroburgo, non ha dubbi, presentando la sede di Amsterdam, nell’evocare il giudizio postumo dello zar che diede inizio a quella che sarebbe diventata la straordinaria collezione conservata nel Palazzo d’inverno sulle rive della Neva: sarebbe piaciuto anche a lui. Forti di una relazione antica – da una parte i Romanov e gli Orange discendono da avi comuni, dall’altra la collezione inizia con l’acquisizione di quadri fiamminghi -, fin dagli anni novanta del Novecento i responsabili del Museo vedono Amsterdam come sede ideale per pensare a un grande Ermitage fuor di Russia. Si cerca una localizzazione: l’Amstelhof, antico ricovero per anziani collocato in un austero quadrilatero sulle rive dell’Amstel, in pieno centro, è destinato a trovare altra sede. Nasce il progetto d’insediarvi una funzione che sia di pubblica utilità, il museo. La città risponde positivamente e l’accordo per un comodato al prezzo simbolico di un euro l’anno per cinquant’anni è presto fatto. Nel 2004 si conclude la prima fase, con l’apertura di una sede in una piccola costruzione adiacente, ora destinata al Museo dei Bambini. Nel 2007 iniziano i lavori secondo il progetto di Hans van Heeswijk, architetto olandese non nuovo a questo tipo d’interventi, seguendo un programma dai tempi serrati. L’inaugurazione del 20 giugno scorso sancisce il momento culmine di un incontro bilaterale fra i due stati. Il tema è, ancora una volta, il rapporto del progetto con una struttura storica (la costruzione data al 1683, pesantemente rimaneggiata negli anni settanta del secolo scorso) inserita in un ambiente urbano straordinariamente caratterizzato. La risposta, condivisa dal museo e dalla pubblica amministrazione, è un progetto basato sul rispetto assoluto dell’involucro e su una ragionata libertà nel disegno degli spazi interni. Le due ali perpendicolari al fiume vengono così svuotate per ricavare due grandi gallerie a tripla altezza che costituiscono gli spazi espositivi del complesso, mentre l’ala storica lungo l’Amstel viene attentamente restaurata: da notare lo straordinario ufficio della governante, perfettamente recuperato e ora aperto al pubblico. In questo approccio non si troverebbe nulla di nuovo se non fosse che il progetto riesce a cogliere una tanto straordinaria quanto sottile continuità con la storia del sito. Più che austera struttura controriformista, l’Amstelhof era in origine destinato alla sola popolazione protestante femminile; l’architettura del ricovero traduceva in rigore espressivo e funzionale la visione del mondo di questa città commerciale e cosmopolita improntata a solidi principi etici. Van Heeswijk riesce, pur nella totale fedeltà al proprio vocabolario contemporaneo, a non tradire il genius loci e, anzi, a inverarlo nei nuovi spazi interni. Il risultato è chiaro, logico e di qualità; aiutato in questo dal paesaggista Michael van Gessel, che riesce a fare della corte interna, spazio straordinariamente grande per la città di Amsterdam, un semplice prato verde abitato da pochi, antichi, grandi alberi. Il Museo non ha collezione permanente ma è destinato a esporre, grazie a mostre tematiche in ragione di due eventi l’anno, il patrimonio conservato sulle sponde della Neva, iniziando con una grande rassegna che indaga la vita a corte nel XIX secolo.

Autore

  • Alessandro Colombo

    Nato a Milano (1963), dove si laurea in architettura al Politecnico nel 1987. Nel 1989 inizia il sodalizio con Pierluigi Cerri presso la Gregotti Associati International. Nel 1991 vince il Major of Osaka City Prize con il progetto: “Terra: istruzioni per l’uso”. Con Bruno Morassutti partecipa a concorsi internazionali di architettura ove ottiene riconoscimenti. Nel 1998 è socio fondatore dello Studio Cerri & Associati, di Terra e di Studio Cerri Associati Engineering. Nel 2004 vince il concorso internazionale per il restauro e la trasformazione della Villa Reale di Monza e il Compasso d’oro per il sistema di tavoli da ufficio Naòs System, Unifor. È docente a contratto presso il Politecnico di Milano e presso il Master in Exhibition Design IDEA, di cui è membro del board. Su incarico del Politecnico di Milano cura il progetto per il Coffee Cluster presso l’Expo 2015

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Last modified: 18 Luglio 2015