Il ricorso ad una grammatica storica per unire in un linguaggio comune il tessuto urbano sfrangiato: è la risposta di Léon Krier ai lunghi anni (ed errori) della crescita edilizia
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CATTOLICA (RIMINI). Nel corso del decennio del boom economico la riviera adriatica, e quella romagnola in particolare, ha costituito per la vacanza di massa quello che le grandi città industriali hanno rappresentato per le masse operaie. Per questa ragione la crescita edilizia è stata orientata a rispondere ad una domanda turistica che sembrava inarrestabile. Il territorio ha registrato questa accelerazione nella città lineare sotto gli occhi di tutti.
I guasti derivanti da quegli anni sono il punto di partenza dell’analisi condotta da Léon Krier, incaricato – con affidamento diretto – della redazione del masterplan per la città di Cattolica. Il piano, elaborato con la collaborazione dell’architetto Pier Carlo Bontempi, è inteso come documento di indirizzo, necessario per tracciare linee di programmazione territoriale, basate essenzialmente su interventi di minima entità considerati sufficienti, dallo stesso urbanista lussemburghese, per ottenere “un risultato grandioso”, considerando le “dimensioni modeste” della città e al contempo il suo ruolo cardine nel sistema turistico regionale ed adriatico. Dopo due incontri pubblici svolti a fine 2016, il masterplan, voluto dalla giunta pentastellata per «dare una risposta chiara e proficua al territorio», è stato presentato ufficialmente agli inizi dello scorso aprile.
Il nuovo disegno urbano si basa su uno schema policentrico, al fine di decongestionare il nucleo centrale, reso soggetto debole da una meccanizzazione spinta dei trasporti. Strade ed edificato diventano i confini dei nuovi quartieri, ridisegnati attorno a piazze esistenti o da progettare ex novo, tenendo sempre ai margini il traffico veloce in favore di una mobilità con limite ridotto ai 30 km/h. Analizzata secondo i classici elementi della città storica, Cattolica appare soffocata da una successione di edifici e spazi incoerenti che «ingombrano il territorio e costituiscono un elemento improprio nel paesaggio della costa» che anche il ruolo ordinatore degli alberi non riesce a salvaguardare.
La piazza, rinnovato luogo di socialità, diventa il fulcro di una percezione semplificata della forma della città, stretta nella morsa della crescita edilizia; la ricomposizione dello spazio viene perseguita con i principi del restauro urbano, nel quale la misura torna ad essere quella dell’uomo e del suo passo.
Il decoro urbano viene posto al termine di un processo di progressivo rallentamento della meccanizzazione degli spostamenti. Entra in questo solco l’idea di uniformare tutte le pavimentazioni, pedonali e carrabili prive di marciapiedi, mirando ad una percezione non più discontinua delle nuove centralità. Nella “città delle nove piazze” altrettanti quartieri sono perimetrati in modo tale da poter avere una propria autonomia ed una dotazione adeguata di servizi, anche grazie ad un programma di demolizioni.
La fascia lungomare (rispetto alla quale gli esiti di un concorso d’idee bandito nel 2014 dalla precedente amministrazione a guida Pd sono rimasti lettera morta) è quella che nell’analisi di Krier merita un’attenzione maggiore a causa della difformità complessiva tra le sue diverse componenti, dall’edilizia alberghiera all’arredo urbano, dalle piazze agli assi stradali. La situazione è giudicata critica sotto il profilo estetico: «Una piccola raccolta di errori compositivi, un manuale di tutto ciò che per il decoro urbano si dovrebbe evitare».
Più ampie le dotazioni di parcheggi previste, da celare all’interno di aree alberate o degli isolati per eliminarne il loro “deleterio” impatto sul paesaggio cittadino.
Sotto il profilo dei caratteri tipologici e della morfologia urbana, il masterplan suggerisce l’impiego del lotto gotico, del palazzetto, di portici, logge, piccole torri ed altane. Il ricorso ad una grammatica storica per riconnettere in un unico linguaggio il tessuto urbano sfrangiato, è la risposta di Krier ai lunghi anni (ed errori) della deregolamentazione in campo urbanistico.
Nei prossimi mesi sono previsti momenti di confronto con i cittadini, la Soprintendenza e la Regione in seno alla quale è anche iniziato il dibattito sul progetto di nuova legge urbanistica, approvata dalla giunta alla fine dello scorso febbraio e che vuole azzerare il consumo di suolo.
Tutte le immagini sono tratte dall’elaborato descrittivo del masterplan Proposta di riqualificazione territoriale
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rigenerazione urbana
Last modified: 17 Maggio 2017