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Luigi BartolomeiWritten by: Professione e Formazione

Per le nuove chiese un laboratorio partecipato di progettazione

Per le nuove chiese un laboratorio partecipato di progettazione

L’avanzamento più significativo della Chiesa italiana in tema di edilizia di culto: il metodo laboratoriale di metaprogettazione CLI/LAB, attivo in quattro diocesi del Sud Italia

Come è noto almeno ai lettori più attenti, il nostro Giornale non recensisce convegni. 

Se qui citiamo il Convegno Liturgico Internazionale di Bose (31 maggio – 2 giugno) è pertanto per il rilievo che l’appuntamento mantiene nell’ambito della riflessione sull’architettura e sulla liturgia cristiana.

La XVI edizione del prestigioso appuntamento si segnala come la vetrina per gli esiti di una attività embrionale ma rilevante, non fosse per i numeri, certamente per la direzione d’azione. È stato chiamato CLI/LAB e nel metodo laboratoriale ha individuato la declinazione operativa e partecipativa dell’appuntamento internazionale, probabilmente l’avanzamento più significativo della Chiesa italiana in tema di edilizia di culto.

Seppure il panorama italiano sia punteggiato di chiese, la migrazione della popolazione verso contesti urbani richiede ogni anno nuove aule liturgiche al posto di chiese inadeguate, cappelle o edifici provvisori. Nell’occasione di queste trasformazioni si viene talvolta a conoscenza di percorsi partecipativi, testimonianza di un più vasto sottobosco d’iniziative spontanee e particolari, qua e là esito saltuario dell’intuizione o dell’operosità di parroci, di progettisti o di qualche comunità virtuosa.

Con questo laboratorio di metaprogettazione partecipata, ancorchè limitato a 4 casi campione, la Conferenza Episcopale Italiana con il Monastero di Bose indicano con autorevolezza le PAR (Participatory Action Research) come premessa ad ogni progetto di nuove chiese in Italia, aprendo una via se non coercitiva, almeno fortemente raccomandata.

Il CLI/LAB si era avviato a ottobre 2017 con la registrazione dei gruppi di lavoro già costituiti in una compagine multidisciplinare, con due progettisti (architetti o ingegneri), un artista, un sociologo o studioso di scienze umane e un liturgista; ibridazione che ha consentito non solo lo scambio di competenze ma anche quello di esperienze di vita, raccogliendo studenti di scuole statali e di facoltà teologiche, giovani professionisti e giovani sacerdoti.

L’incontro di apertura si è svolto a Bose (24-26 novembre 2017); quindi i gruppi di lavoro sono stati inviati nelle parrocchie loro assegnate, tutte del sud Italia in questa occasione: la Parrocchia di Santa Maria del Rosario nella Diocesi di Monreale, Santa Maria di Acquaviva a Catanzaro-Squillace, la Parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù nella Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, Gesù Buon Pastore in Puglia, nella diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti.

I contesti assai differenziati, le vicende particolari di ciascuna comunità, il profilo organizzativo e il carattere di ciascuna diocesi hanno determinato esperienze distinte, con i giovani professionisti impegnati per ogni contesto a fornire alle diocesi gli elementi propedeutici alla scrittura di un DPP – Documento Preliminare di Progettazione, premessa necessaria alle successive fasi concorsuali.

Ciò che ha accomunato i lavori è stata l’altissima partecipazione locale, e non solo dei frequentanti: le nuove chiese saranno elementi d’inciampo per tutti i cittadini, compresi gli agnostici, i non credenti, o gli anziani assidui piuttosto al bar e ai giochi di carte. Tutti gli stakeholders territoriali sono stati coinvolti, curando ovunque specialmente il rapporto con le fasce più sensibili: gli anziani, i fanciulli, le famiglie e gli adolescenti. Da quest’ultimi, in particolare, le suggestioni e le evidenze critiche più spontanee e rilevanti: il sospetto per le architetture sacre contemporanee del loro vissuto (la chiesa di Paolo Zermani a Gioia Tauro), l’anamnesi delle situazioni di repulsione o seduzione generate dalle forme o dai colori dell’architettura, ma anche questioni relative al ruolo e all’uso delle chiese in contesti ove l’impegno economico alla loro realizzazione deve equilibrarsi con situazioni di indigenza.

Assolutamente diversificata la risposta delle Diocesi: se ad Oppido e Monreale i Vescovi locali hanno incontrato e sostenuto i gruppi del Cli-Lab, mostrando vivo apprezzamento per il lavoro generoso di questi giovani professionisti (rimborsati nelle trasferte, ma non retribuiti), a Catanzaro e in Puglia l’accoglienza diocesana è stata più flebile o del tutto assente.

Poco importa: queste quattro esperienze hanno mostrato come le chiese appartengano più alle comunità che non al clero, costretto sempre più ad una gestione plurale del proprio ministero territoriale, a saltuari cambiamenti di ruolo e così di residenza e cura pastorale. La stanzialità (spesso motore dell’appartenenza) è della gente piuttosto che dei presbiteri.

Se nell’ultima sessione del convegno la prossimità tra le esperienze bottom-up di Patrizia di Monte, e top-down di Mario Botta sono apparse a taluni dissonanti, l’esperienza del Cli-Lab ne evidenzia la prossimità e il legame: la liturgia è opera popolare che comincia nella strada e che termina sugli altari con l’Eucarestia nel memoriale cristiano.

Nella Chiesa i processi di partecipazione non sono pertanto solo momenti del progetto, ma anche momenti della comprensione liturgica, spazi per una riappropriazione dei gesti e dei segni: in ultima analisi una nuova opportunità all’iniziazione cristiana.

 

Diocesi Parrocchia Località Partecipanti
Monreale Parrocchia Maria Santissima Del Rosario Terrasini (PA) -Luca Chiappetta (ing. Edile/Architetto)

– Rocco Rosi (Ing. Edile/Architetto)

– Bartomeu Jané (Architetto)

– Sofia Novelli (Artista)

– Giovanni Zaccaria (Liturgista)

– Vittorio Incampo (Teologo)

 

Catanzaro-Squillace Parrocchia di Santa Maria Acquaviva Simeri Mare (CZ) –        Alessandro Bellini (Architetto)

–        Francesca Iovane (Architetto e Fotografa)

–        Alberto Gianfreda (Artista)

–        Luca Corona (Liturgista)

–        Jonnabelle Asis (Sociologo)

Oppido Mamertina-Palmi Parrocchia Santa Teresa del Bambin Gesù Cannavà do Rizziconi (RC) –        Jacopo Benedetti (Architetto)

–        Francesca Daprà (Architetto)

–        Davide Fusari (Architetto)

–        Elisabetta Tagliabue (Artista)

–        Luca Girello (Liturgista)

–        Giacomo Fuk (Storico della Filosofia)

Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti Parrocchia di Gesù Buon Pastore Gravina di Puglia (BA) –        Marco Riso (Ingegnere)

–        Emanuele Cavallini (Architetto)

–        Giulia De Lucia (Architetto)

–        Serena Laborante (Artista)

–        Maurizio di Rienzo (Liturgista)

–        Enrica Asselle (Storico dell’Arte)

 

Autore

  • Luigi Bartolomei

    Nato a Bologna (1977), vi si laurea in Ingegneria edile nel 2003. È ricercatore presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna, ove nel 2008 ha conseguito il dottorato di ricerca in Composizione architettonica. Si occupa specialmente dei rapporti tra sacro e architettura, in collaborazioni formalizzate con la Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna ove è professore invitato per seminari attinenti alle relazioni tra liturgia, paesaggio e architettura. Presso la Scuola di Ingegneria e Architettura di Bologna insegna Composizione architettonica e urbana, ed è stato docente di Architettura del paesaggio e delle infrastrutture. È collaboratore de "Il Giornale dell'Architettura" e direttore della rivista scientifica del Dipartimento, “in_bo. Ricerche e progetti per il Territorio, la Città, l’Architettura”

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Last modified: 13 Giugno 2018